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== La storia ==
=== Gli antefatti ===
Tra il [[XIX secolo|XIX]] e il [[XX secolo]] si avvia in Italia il processo di [[industrializzazione]] e [[capitalizzazione azionaria|capitalizzazione]] che arriva ben presto a coinvolgere [[Reggio Emilia]] e la sua provincia, modificandone l’agricoltura, l’economia e l’assetto sociale. La crescita demografica e l’ampliamento dei centri urbani porta alla revisione urbanistica della città. Vengono infatti demolite le cittadelle e la cinta muraria (con il ruolo di protezione) a favore dei viali di circonvallazione. Causa ed effetto della rivoluzione in atto è la [[ferrovia]], che assurge a simbolo di modernità.
L’evoluzione economica genera un vivace fermento sociale che porta alla nascita del [[movimento socialista]]. Affermatosi anche grazie all’impegno di leader come [[Camillo Prampolini]] e [[Antonio Vergnanini]], il movimento conquista Reggio Emilia e provincia all’inizio del Novecento, nonostante l’elitaria legge elettorale<ref>«Il programma dei socialisti nelle pubbliche amministrazioni era manipolato in via S. Paolo alla sede della Camera del lavoro, ove il Vergnanini teneva abilmente i fili di ogni iniziativa, e comprendeva: per il Comune, lavori di ampliamento del macello e annessa costruzione delle celle frigorifere, costruzione di Scuole e del cosiddetto Palazzo Rosso alla Formentaria per adibirlo ad uffici comunali, municipalizzazione della Società del Gas e dell’Acquedotto Levi, laicizzazione delle scuole e del cimitero, forno comunale, sussidio alla Camera del lavoro, modernizzazione degli uffici comunali; per la Provincia, costruzione della Reggio-Ciano e di diverse strade carrozzabili, fra cui quella fra Puianello e Casina, lungo la vallata del Crostolo, e quella fra Casina e Felina, sistemazione delle strade delle Radici e della Val d’Enza, allacciamento di alcuni centri importanti della pianura, abolizione del pedaggio sul ponte in chiatte di Viadana, erogazione di un sussidio alla Camera del lavoro, sviluppo della Scuola di Zootecnia a Caseificio, rinnovazione degli uffici, istituzione di una Camera arbitrale per i conflitti di lavoro; per le Opere Pie, la cosiddetta democratizzazione dei servizi, la laicizzazione del servizio assistenziale ospitaliero, una più ampia beneficenza pubblica, la rinnovazione razionale dei contratti di conduzione del patrimonio degli Enti.» V. Pellizzi, ''Profili di vita reggiana agli albori del XX secolo'', Officine grafiche fasciste, Reggio Emilia, 1937, ora in Antonio Canovi, ''Cento anni CCPL. Il racconto cooperativo di un Gruppo Industriale'', Milano, Reggio Emilia, CCPL, 2004, p. 81.</ref>.
=== 1904-1919: la nascita e l’affermazione del Consorzio ===
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