Sof'ja Tolstaja: differenze tra le versioni

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{{quote|Mio figlio non sarebbe del tutto mio figlio se la sua vita e la sua prosperità nel primo anno di vita, il più importante, dipendessero dal latte di una estranea.<ref>S. Tolstaja, citata in {{cita|T. Tolstoj|p. 231}}.</ref>}}
 
In parte si dedicò personalmente all'educazione dei bambini, insegnando loro francese, tedesco e letteratura russa, ma anche disegno, musica e danza.<ref>Cfr. ''Breve autobiografia'' in {{cita|S. Tolstaja, ''Amore colpevole''|p. 168}}.</ref> Con i rudimenti appresi dal padre, amava occuparsi, per quanto poteva, dei contadini ammalati che venivano da lei per farsi curare.<ref name=Autobiografia_pp.169-170>Cfr. ''Breve autobiografia'' in {{cita|S. Tolstaja, ''Amore colpevole''|pp. 169-170}}.</ref> Si affaccendò con regolarità a cucire e tagliare abiti per tutta la famiglia; ogni [[blusa]] in flanella grigia del marito era confezionata dalle sue mani.<ref>Cfr. {{cita|L. L. Tolstoj, ''La verità su mio padre''|p. 53}}.</ref>
 
Sonja avvertiva la necessità di porre un freno all'interesse del marito per il popolo, che le pareva in contrasto con la dedizione verso la famiglia.<ref>{{cita|S. Tolstaja, ''Diari''|23 novembre 1862, pp. 33-34}}.<br />«Mi indispone proprio con il suo popolo! Io sento che bisogna che scelga tra la famiglia che io personifico e il popolo, che egli ama di un amore così ardente. È egoismo. Tanto peggio. Io vivo per lui, vivo di lui e voglio lo stesso da parte sua [...]». (''ibidem'')</ref> Assumendosi il carico della gestione domestica, eliminò tutto ciò che potesse distrarlo dalla sua attività di scrittore di successo; fu perciò chiusa la scuola per contadini (fulcro degli [[Pedagogia di Lev Tolstoj|interessi pedagogici di Tolstoj]]) e gli istitutori licenziati.<ref name=Vitale_p.XVIII/>
Nei primi anni di matrimonio, collaborò con Tolstoj alla riuscita del suo romanzo più voluminoso, ricopiandone per ben sette volte le successive stesure.<ref name=Vitale_p.XVIII/> Scrisse al marito:
 
Nei primi anni di matrimonio, collaborò concol Tolstojmarito alla riuscita del suo romanzo più voluminoso, ricopiandone per ben sette volte le successive stesure.<ref name=Vitale_p.XVIII/> ScrisseGli alscrisse maritocon una punta d'ironia:
{{quote|''[[Guerra e pace]]'' mi eleva moralmente e spiritualmente. Quando mi siedo a copiare mi proietto di colpo in un mondo poetico e a volte ho persino la sensazione che non sia il tuo romanzo a essere così bello, ma io a essere tanto intelligente.<ref name=Autobiografia_p.158>''Breve autobiografia'' in {{cita|S. Tolstaja, ''Amore colpevole''|p. 158}}.</ref>}}
 
Ella trascriveva con vivo trasporto, abbastanza velocemente da seguire col massimo interesse il romanzo e abbastanza lentamente da poterlo meditare a fondo.<ref name=C.Cacciari_p.21>S. Tolstaja, 12 novembre 1866, citata in {{cita|C. Cacciari ''et aliae''|p. 21}}.</ref> Molti anni dopo ricorderà: «Come mi piaceva copiare ''Guerra e pace''!»<ref name=Autobiografia_p.158/>. Quando Tolstoj interrompeva la stesura, lei gli chiedeva: «Ti prego, preparami del lavoro».<ref name=Autobiografia_pp.158-160>Cfr. ''Breve autobiografia'' in {{cita|S. Tolstaja, ''Amore colpevole''|pp. 158-160}}.</ref> Sonja lo svolgeva con cura e pazienza, chinando la testa ben pettinata per decifrare le pagine redatte dal marito, colme di cancellature e correzioni, talvolta scritte in ogni senso. Al mattino Tolstoj trovava sul proprio tavolo i fogli ricopiati con una caligrafia chiara e leggibile, a cui aggiungeva altre correzioni o intere pagine annerite da fitti caratteri.<ref>Cfr. {{cita|T. Tolstoj|pp. 47-48}}. Cfr. anche {{cita|P. Citati|p. 90}}.</ref>
 
Sonja avvertiva la necessità di porre un freno all'interesse del marito per il popolo, che le pareva in contrasto con la dedizione verso la famiglia.<ref>{{cita|S. Tolstaja, ''Diari''|23 novembre 1862, pp. 33-34}}.<br />«Mi indispone proprio con il suo popolo! Io sento che bisogna che scelga tra la famiglia che io personifico e il popolo, che egli ama di un amore così ardente. È egoismo. Tanto peggio. Io vivo per lui, vivo di lui e voglio lo stesso da parte sua [...]». (''ibidem'')</ref> Assumendosi il carico della gestione domestica, eliminò tutto ciò che potesse distrarlo dalla sua attività di scrittore di successo; fu perciò chiusa la scuola per contadini (fulcro degli [[Pedagogia di Lev Tolstoj|interessi pedagogici di Tolstoj]]) e gli istitutori licenziati.<ref name=Vitale_p.XVIII/>
 
Se egli doveva compiere delle ricerche presso la [[Biblioteca di stato russa|Biblioteca di Mosca]], Sonja gli inviava per posta il proprio lavoro, ricevendo poi le nuove bozze da correggere e copiare.<ref name=Autobiografia_pp.158-160/> Se il marito gli era accanto, finito il lavoro sedeva con lui al pianoforte, dopo aver messo i bambini a letto, per suonare a quattro mani fino a notte fonda.<ref name=Autobiografia_p.157/> Altre volte si sdraiava ai suoi piedi sopra una pelle d'orso, trofeo di caccia per cui Tolstoj aveva rischiato la vita, aspettando il momento di ritirarsi ciascuno nella propria camera.<ref name=T.Tolstoj_pp.228-229/> Vivevano entrambi un'esistenza appartata, lontana dal gran mondo, sentendosi completamente immersi nella creazione del romanzo.<ref name=Autobiografia_p.157>Cfr. ''Breve autobiografia'' in {{cita|S. Tolstaja, ''Amore colpevole''|p. 157}}.</ref> Rammenterà Sonja: