Total factor productivity: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 23:
 
==Critiche alla TFP==
 
Nonostante l’utilizzo della TFP sia ampiamente diffuso e accettato, le critiche al suo utilizzo sono state numerose ed in molti hanno evidenziato, nel corso del tempo, limiti ed errori concettuali insiti nell’indicatore.
 
Già [[Abramovitz]] (1956) notava come in realtà il residuo così calcolato era alla fine il risultato non solo del cambiamento tecnologico e del miglioramento nell’efficienza produttiva, ma anche di una serie di possibili errori, come quelli di misura, quelli derivanti da aggregazione e quelli di errata specificazione del modello. Il residuo di Solow risultava così, a conti fatti, essere solo la "misura della nostra ignoranza".
 
Lo stesso Solow (1987) notava con meraviglia come la TFP non registrasse in alcun modo la rivoluzione digitale, e Nordhaus (1997) osservava come il ''Solow productivity paradox'' non era limitato a questo fenomeno: la TFP non aveva registrato tassi di crescita significativi in corrispondenza di nessuna delle rivoluzioni tecnologiche che si erano succedute nel corso degli
anni, compresa quella della scoperta e della diffusione dell’energia elettrica.
 
Negli anni 60, dato il collegamento esplicito posto da Solow (1957) con la
funzione di produzione aggregata e con l’ipotesi di [[progresso tecnico]] neutrale ''à la'' [[John R. Hicks|Hicks]], la TFP venne investita, in quella che è successivamente divenuta famosa come la ''Cambridge capital controversy'', dalle critiche che colpirono queste ultime. In particolare, da un lato, si negava in nuce la possibilità di utilizzare misure aggregate del capitale e la tendenza all’uguaglianza tra tasso di rendimento del capitale e [[produttività marginale]] dello stesso, e tutto ciò minava alle basi la funzione di produzione aggregata neoclassica formulata in termini di lavoro e capitale; dall’altro, si criticava la concezione del progresso tecnico, propria del primo Hicks (1964) e dei neoclassici, che distingueva spostamenti lungo la funzione di produzione da spostamenti della funzione stessa.
 
Di diversa natura sono state le critiche di Read (1968), Rymes (1971, 1972, 1983), Cas & Rymes (1991) e Durand (1996). In particolare, nei suoi lavori pionieristici [[Thomas K. Rymes]] mise in evidenza come l’errore di trattare il capitale come un fattore produttivo scarso, al pari di lavoro e terra, assunzione implicita nella concezione di progresso tecnico Hicks-Meade-Solow, invece di un bene riproducibile nella riproduzione del quale si trasferiscono pertanto gli incrementi di produttivit`a conseguiti dal sistema, finisca per condurre a risultati a volte paradossali. Tra questi, il fatto che la distinzione tra pro...
 
...
Riga 32 ⟶ 44:
 
==Riferimenti bibliografici==
* Abramovitz, M. (1956) Resource and output trends in the United States since 1870, ''American Economic Review'', 46(2), pp. 5–23.
* Battese, G. E. & Coelli, T. J. (1992), Frontier production functions, technical efficiency and panel data: with application to paddy farmers in India, ''Journal of Productivity Analysis'', 3, pp. 153–169;
* Battese, G. E. & Coelli, T. J. (1995) A model for technical inefficiency effects in a stochastic frontier production function for panel data, ''Empirical Economics'', 20, pp. 325–332;
Riga 39 ⟶ 52:
* Diewert, W. E. (1976) Exact and superlative index numbers, ''Journal of Econometrics'', 4, pp. 115–145;
* Gullickson, W. & Harper, M. J. (1987), Multifactor productivity in U.S. manufacturing, 1949-83, ''Monthly Labour Review'', pp. 18–28;
*
* Hulten, C. R. (2001) Total factor productivity: A short biography, in C. R. Hulten, E. R. Dean & M. J. Harper (eds.), ''New Directions in Productivity Analysis, Studies in Income and Wealth'', Chicago, University of Chicago Press for the National Bureau of Economic Research;
* Jorgenson, D. W. & Griliches, Z. (1967) The explanation of productivity change, ''Review of Economic Studies'', 34, pp. 349–383;
* Nordhaus, W. D. (1997) Do real output and real wage measures capture reality? The history of lighting suggests not, in T. Bresnahan & R. J. Gordon (eds.), ''The Economics of New Goods, Studies in Income and Wealth'', vol. 58, Chicago, University of Chicago Press for the National Bureau of Economic Research;
* OECD (2001), ''Measuring Productivity. Measurement of Aggregate and Industry-Level Productivity Growth'', Parigi, OECD;
* Pasinetti, L. L. (1959) On concepts and measures of changes in productivity, ''The Review of Economics and Statistics'', 41, pp. 270–282;
* Pasinetti, L. L. (1977) On "non-substitution" in production models, ''Cambridge Journal of Economics'', 1, pp. 389–394;
* Read, L. M. (1968) The measure of total factor productivity appropriate to wage-price guidelines, ''Canadian Journal of Economics'', 1(2), pp. 349–358;
* Rymes, T. K. (1971) ''On Concepts of Capital and Technical Change'', Cambridge, Cambridge University Press;
* Rymes, T. K. (1972) The measurement of total factor productivity in the context of the Cambridge theory of capital, ''Review of Income and Wealth'', 18(1), pp. 79–108;
* Rymes, T. K. (1983) More on the measurement of total factor productivity, ''Review of Income and Wealth'', 29, pp. 297–316;
* Solow, R. M. (1957), Technical change and the aggregate production function, ''Review of Economics and Statistics'', 39, pp. 312–320;
* Solow, R. M. (1987), Book review, ''New York Times'', 36;