Regno delle Due Sicilie: differenze tra le versioni
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Il regno, però, fu nuovamente scosso dalla [[rivoluzione indipendentista siciliana del 1848]], avvenimento che innescò moti similari in quell'anno nel resto dell'Italia e in numerosi Stati europei, dall'Austria alla Francia alla Prussia, con risvolti anche molto importanti. Il Re cercò di arginare le richieste liberali concedendo la Costituzione, per primo in Italia, con regio decreto del 29 gennaio, ispirandosi al modello francese - giudicato il migliore - (analogo criterio seguirà due mesi dopo il [[Regno di Sardegna]]). Paradossalmente, i moti quarantotteschi in Francia travolgevano, a fine febbraio, proprio quel ''miglior modello di Costituzione'' ed il re [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo di Borbone - Orleans]].
[[File:Costituzionenapoli1848 001.jpg|thumb|left|250px|La Costituzione concessa da Ferdinando II nel 1848]]
[[File:Gendarmeria Reale a piedi.jpg|thumb|250px|right|La Gendarmeria borbonica in azione]]▼
[[File:IMG 0001aloja.jpg|thumb|right|250px|Pubblicazione militare napoletana del 1852]]
[[File:Carlo Filangieri busto.jpg|thumb|left|250px|[[Carlo Filangieri, principe di Satriano]]. Protagonista delle guerre napoleoniche, fu il pacificatore della Sicilia e successivamente primo ministro del Regno e ideatore della Costituzione del 1860]]
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La vita del neonato Parlamento siciliano fu dunque breve e già con il cosiddetto decreto di [[Gaeta]] Ferdinando di Borbone riprendeva possesso della Sicilia grazie alle azioni militari guidate del Generale [[Carlo Filangieri]], che adottò alcune strategie innovatrici riguardanti le forze da sbarco, sciogliendo l'assise, e bombardando le piazzeforti della città di [[Messina]], facendo guadagnare a Ferdinando II l'appellativo di "re bomba".
La violenta repressione borbonica dell'estate del 1849, contro un governo provvisorio ormai instabile, decretava la fine dell'esperienza del 1848-1849 e la creazione di una frattura quasi insanabile tra la classe politica siciliana e quella napoletana.
Se quindi non vi fu una formale revoca della Costituzione, ma una sua "sospensione" a tempo indeterminato, dopo la traumatica esperienza siciliana apparve chiaro che Ferdinando II non avrebbe mai più intrapreso una riforma costituzionale del Regno. Anche in questo caso vi fu un seguito di processi e condanne, tra cui quelle di [[Luigi Settembrini]] illustre figura di filosofo ed educatore, già autore dalla ''Protesta del popolo delle Due Sicilie'', [[Filippo Agresti]] e [[Silvio Spaventa]]. Al ristabilimento dell'assolutismo seguì una dura repressione del movimento liberale ed il soffocamento dei tentativi insurrezionali (F. Bentivegna, [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]]).
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