Partito Democratico (Stati Uniti d'America): differenze tra le versioni

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Negli anni di Nixon, il Partito Democratico, pur avendo perso la Presidenza, mantenne un saldo controllo sul Congresso, dove i sudisti mantenevano la loro autonomia rispetto alla leadership "liberal" del partito.
Peraltro fu paradossalmente un democratico sudista, ma sostenitore dei diritti civili, [[Jimmy Carter]], a divenire Presidente nel 1976, grazie allo scandalo [[Watergate]] che aveva funestato la seconda presidenza Nixon.
La politica di Carter fu a sostegno dei diritti civili all'interno ma anche all'estero, dove si presentò come mediatore in numerose crisi internazionali, mentre in politica economica fu di fatto l'anticipatore della linea econimcaeconomca più liberista di Reagan.
I suoi insuccessi in politica estera (Iran e Afghanistan) favorirono però la vittoria del suo avversario repubblicano nel 1980. Negli anni Ottanta, in effetti, i Democratici persero tutte le elezioni presidenziali, e molti loro elettori votarono per i Repubblicani (i cosiddetti "Democratici di Reagan", che continuavano a sostenere il Partito al Congresso).
Di fatto molti programmi di assistenza sociale furono mantenuti in vita, nonostante l'abbassamento delle tasse, provocando così un forte aumento del deficit. In politica estera invece la linea dei Democratici non era molto diversa da quella reaganiana, se non per lo stile meno aggressivo.