Papa Zaccaria: differenze tra le versioni
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Proveniente da una famiglia greca della [[Calabria]], era stato [[diacono]] lavorando in stretta collaborazione con [[Papa Gregorio III|Gregorio III]], al quale succedette nel novembre [[741]].
== Biografia ==
Zaccaria fu un diplomatico saggio e sottile. Scoprendo che l'alleanza del suo predecessore con il duca longobardo di [[Spoleto]] non proteggeva le città papali dal re dei [[Longobardi]], Zaccaria sospese l'alleanza con il [[duca di Spoleto]] [[Trasamondo II di Spoleto|Trasamondo II]] e si rivolse direttamente a [[Liutprando]], incontrandolo a [[Terni]] nella primavera del [[742]], ove ottenne la restituzione di tutti i prigionieri, quella dei territori papali confiscati e di alcune città e una tregua ventennale fra Roma ed i longobardi. Fu soprattutto grazie al suo secondo intervento presso Liutprando a [[Pavia]] nel [[743]], che l'[[Esarca]]to di [[Ravenna]] venne risparmiato dal divenire un ducato longobardo. Questo intervento gli valse probabilmente la riconoscenza successiva dell'[[Impero bizantino|imperatore bizantino]] [[Costantino V di Bisanzio|Costantino V]] nel [[743]], che al suo ritorno in trono dopo la parentesi del regno di [[Artavasde di Bisanzio|Artavasde]], donò al papa i possedimenti bizantini in [[Lazio]] di [[Norma (Italia)|Norma]] e di [[Giardino di Ninfa|Ninfa]] (oggi [[Cisterna di Latina]]), nonostante la fede [[iconoclastia|iconoclasta]] dell'imperatore, fortemente contestata dal predecessore di papa Zaccaria, [[papa Gregorio III|Gregorio III]] al predecessore (e padre) di Costantino, [[Leone III di Bisanzio]].<ref>John N.D. Kelly, ''Gran Dizionario Illustrato dei Papi'', p. 248</ref> Fonti storiche a lui contemporanee (come il ''[[Liber pontificalis]]'') parlano principalmente della grande influenza personale di Zaccaria su [[Liutprando]] e sul suo successore [[Rachis]].
Nel [[745]] papa Zaccaria convocò a Roma un [[concilio]] o [[sinodo]] provinciale, confermò la condanna, già espressa dal vescovo [[Bonifacio vescovo|Bonifacio]], e sospese Adalberto, arcivescovo di Magdeburgo<ref>Da non confondersi con l'[[Adalberto di Magdeburgo|omonimo vescovo]] vissuto due secoli dopo</ref>: costui era accusato di compiere opere di magia tramite l'invocazione di angeli e si riteneva che fosse aiutato da [[Uriel]] per produrre grandi fenomeni<ref>{{citazione necessaria|In particolare, il motivo della condanna risiedeva in una preghiera "miracolosa", composta da Adalberto, che, accanto ai nomi già noti di Michele, Gabriele, Raffaele e Uriel, includeva nomi di angeli "sospetti": Raguel, Tubuel, Ineas, Tubuas, Sabaoc, Siniel. Negli atti del sinodo si ribadiva che nelle Sacre Scritture sono resi noti soltanto tre nomi di angeli: dunque, si riteneva che gli altri angeli invocati nella preghiera di Adalberto fossero autentici demoni.}}</ref>.
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