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==Il toponimo==
Oggi, dopo i ritrovamenti di reperti archeologici, si è certi che Vetrego esisteva nel [[I secolo d.C.]] Se si accredita la tesi di alcuni studiosi secondo i quali il [[graticolato romano]] arrivava fino ai margini della [[laguna di Venezia]], allora il paese esisteva in epoca [[paleoveneti|paleoveneta]]. Sembra essere valida la tesi che Vetrego derivi da "Vetus [[Vicus]]" (Vecchio Villaggio)<ref>Dante Olivieri "Toponomastica veneta" Città di Castello- 1914, cit. nel prgf 6 di "AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"</ref>
I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l'impaludamento e la formazione di boscaglie, come ricorda la località di "Roncoduro" (attuale svincolo del [[Passante di Mestre]]), dal verbo mediovale roncare, luogo da dove si è dovuto sterpare e divellerre piante per rimettere a coltura il terreno.
Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel [[1117]], il toponimo diventa "Vitrico" o "Vitricum", da ''Vetere ricuum'', cioè antico luogo paludoso.
Sembra, secondo il professor [[Gerhard Rohlfs]] , che il toponimo Vetrego , come pochi altri con "la strana desinenza in ''–ego , - ega'' " presenti nel nord Italia (Levego (frazione di [[Belluno]]) , il fiume [[Marzenego]], [[Albignasego]], Resinego (località di [[San Vito di Cadore]]), il monte Tranego -Belluno) possa essere assegnato come origine a popoli di origine preindoeuropea o paleoveneta.Visto che "è presumibile che accanto ai Liguri, ai Veneti e agli Etruschi, altri popoli [...] abbiano lasciato tracce nella toponomastica locale."
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Le unità di misura agrarie utilizzate a Vetrego sono il [[Campo (unità di misura)|campo]]: "campo padovano" (3862,57 m<sup>2</sup>) o il "campo trevigiano" (5204,69 m<sup>2</sup>).
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Il governo delle acque dei fiumi [[Muson Vecchio|Muson]], [[Naviglio del Brenta|Brenta]] e Serraglio e tutti i numerosi canali artificiali (Cognaro, Comuna, Comunetto, Cesenègo, Volpin, Pionca) che lo attraversano, realizzati dalle diverse bonifiche che si sono via via succedute (romane, benedettine, veneziane), è sempre stata fondamentale per la sopravvivenza della frazione.
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Nel corso della storia il territorio vetreghese è stato, letteralmente, tagliato da infrastrutture a servizio del capoluogo regionale: a nord dalla [[ferrovia Milano-Venezia]], a sud dall'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], a est dal [[canale artificiale]] [[Taglio Nuovo]] del fiume [[Muson Vecchio]] che ha separato la località Cuccobello, creando una piccolissima enclave, una casa su circa 500 metri quadri, nel comune di Mira.
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Il territorio di Vetrego subisce in questo periodo, per la ennesima volta nella sua millenaria storia, uno stravolgimento. Il percorso del [[Passante di Mestre]] (PDM) e le strade accessorie lo hanno reso irriconoscibile. Il PDM inizia a Roncoduro, tra Cazzago di Pianiga e la località “le basse”, passa sotto la ferrovia Venezia – Padova all'altezza del capitello della [[Madonna del Rosario]] con l'opera di ingegneria più importante e difficile, per via di una problematica falda d'acqua sotterranea, di tutto il percorso.<ref>Corriere del Veneto – Venezia e Mestre – 31 agosto 2008 – pag.8</ref> Un gigantesco monolite di cemento armato (60 x 20 x 9 metri e con 2 metri di spessore) spinto sotto la ferrovia. Il tracciato prosegue a nord nella località “le alte” per entrare, dopo il Cecenègo, nella frazione di Scaltenigo nella località Formigo.
Circa 3 km sui 32,5 del totale PDM interessano Vetrego sui 6 km realizzati sul territorio del comune di Mirano.
Come opera accessoria è stato aperto inoltre un casello autostradale della [[Autostrada A57]] nella località tra via Ca' Rezzonico e la frazione di Marano di Mira in prossimità dell'area dove nell'anno 1008 c'era la prima chiesa dei frati dell'Abbazia Sant'Ilario. La strada di collegamento si immette, dopo aver sottopassato la ferrovia in una grande rotonda nella via Vetrego, in prossimità della villa dove ha vissuto il poeta e giornalista [[Gino Piva]]<ref>Cavriani Carlo . Gino Piva , tra socialismo e patriottismo- Minellania-Rovigo-1999 p.302</ref>
==Alcuni dati demografici==
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==Personalità legate a Vetrego==
*[[Angelo Brugnoli]], sacerdote, sindacalista, dirigente della diocesi di Treviso, Canonico di Asolo
*[[Gino Piva]], sindacalista, socialista, giornalista e poeta e uomo politico italiano
*[[Papa Clemente XIII]], Carlo Rezzonico, figlio dei proprietari terrieri di via Ca' Rezzonico.
*Milan Renzo, Sindaco del Comune di Mirano dal [[1980]] al [[1989]];
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==Folklore==
L'essere la più piccola tra le frazioni del Comune di [[Mirano]] ha prodotto nei vetreghesi alcuni detti popolari
* "''Porco Miràn … can no magna can!''" (Maledetto Mirano … cane non mangia cane!): imprecazione nei riguardi dei Signori di Mirano, tutti solidali contro la gente delle frazioni.
* "''Quei de Miràn, i passa ancuò e i sajùda domàn!''" (Quelli di Mirano, passano oggi e salutano domani!).
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Sicuramente il detto va fatto risalire alla realizzazione delle opere idrauliche relative all'esecuzione del canale artificiale "[[Taglio Nuovo]]" del fiume [[Muson Vecchio]]. Questo canale è ancora oggi l'origine del dissesto idrogeologico che ha prodotto a Vetrego numerose inondazioni (la più infausta fu quella del [[1725]]) o, considerata la natura argillosa del terreno e quindi scarsamente permeabile, di siccità (drammatica quella del [[1790]]).
==Letteratura==
Vetrego ha ispirato un [[poema epico]] ambientato nel [[1500]]. Il personaggio immaginario dell'opera è '''Olimpio da Vetrego'''.
==Bibliografia==
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