Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Garibaldi tornò in Italia nel [[1854]] e cinque anni dopo partecipò alla [[seconda guerra di indipendenza italiana|seconda guerra di indipendenza]] contro gli austriaci. Nel [[1860]] Garibaldi organizzò una spedizione per conquistare il [[Regno delle Due Sicilie]]. Raccolto un corpo di spedizione di mille uomini, le Camicie Rosse, Garibaldi raggiunse la [[Sicilia]] e si proclamò nuovo governatore dell'isola in nome di [[Vittorio Emanuele II]]. Nella battaglia di [[Calatafimi-Segesta|Calatafimi]] mise in rotta l'esercito del re di [[Napoli]] e un'insurrezione popolare gli consegnò la città di [[Palermo]]. Si proclamò Dittatore delle Due Sicilie.
 
Dopo avere consegnato il [[Regno delle Due Sicilie]] a [[Vittorio Emanuele]] il [[26 ottobre]] [[1860]] al bivio di [[Taverna didella Catena]] nei pressi di [[Teano]](in realtà comune di [[Vairano Patenora]], questo grosso errore storico ha generato una diatriba tra i 2 comuni che dura da 70 anni), Garibaldi si ritirò sull'isola di [[Caprera]] per studiare nuovi piani al fine di conquistare lo [[Stato pontificio]]. Nel [[1861]] venne eletto deputato nel primo Parlamento del nuovo [[Regno d'Italia]].
 
Garibaldi organizzò la prima spedizione in terra romana nel [[1862]]; il tentativo fallì e lo stesso Garibaldi rimase ferito negli scontri. La spedizione del [[1867]] fu fermata dalle truppe francesi. Durante la [[guerra franco-prussiana]] del [[1870]]-[[1871]], Garibaldi guidò un esercito di volontari a sostegno dell'esercito della nuova Francia repubblicana.