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Nata a Balasar, in provincia di [[Oporto]], il 30 marzo 1904, fu educata cristianamente dalla madre, insieme alla sorella Deolinda. A sette anni, per poter frequentare la scuola elementare che a Balasar mancava, fu mandata a [[Pòvoa do Varzim]]. Tornata a Balasar, andò ad abitare con la madre e la sorella nella località “Calvario”, dove restò fino alla morte.
 
A dodici anni si ammalò gravemente, rischiando di morire: si salvò, ma il suo fisico ne rimase segnato per sempre. A quattordici anni, il [[Sabato Santo]] del [[1918]], un tragico episodio modificò la sua vita: alcuni uomini riuscirono, forzando la porta, a entrare nella stanza dove era intenta a cucire, insieme alla sorella Deolinda e a una terza ragazza; per sfuggire a un tentativo di violenza, si gettò dalla finestra da un'altezza di quattro metri. Le conseguenze furono gravissime anche se si manifestarono gradualmente: fino a diciannove anni, anche se tutta rattrappita, riuscva ancora trascinarsi in chiesa, poi le [[articolazioni]] peggiorarono, tra atroci dolori, fino alla completa [[paralisi]], che la costrinse a letto dal [[14 aprile]] [[1925]] fino alla [[morte]], per trent'anni<ref name=Santiebeati>{{Cita news|url=http://www.santiebeati.it/Detailed/90074.html}}</ref>.
 
Dopo aver chiesto inizialmente la [[grazia]] della [[guarigione]], successivamente si «offrì come vittima a Cristo per la [[conversione]] dei [[peccatori]] e per la pace nel mondo»<ref name=Santiebeati>{{Cita news|url=http://www.santiebeati.it/Detailed/90074.html}}</ref>. Risalgono a questo periodo i primi fenomeni mistici, che visse in unione spirituale con [[Gesù]] presente nel [[Tabernacolo]], per mezzo di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]].
 
Dal [[3 ottobre]] [[1938]] al [[24 marzo]] [[1942]], visse ogni venerdì le sofferenze della [[Passione di Gesù|Passione]]<ref name=Santiebeati/>. Dal [[1934]], su invito del padre [[gesuita]] Mariano Pinho, suo [[direttore spirituale]] fino al [[1941]], mise per iscritto quello che riteneva Gesù le dicesse, chiedendo anche nel [[1936]] al [[Papa]], per mezzo di padre Pinho, la [[consacrazione]] del mondo al [[Cuore Immacolato di Maria]], come Gesù le avrebbe richiesto.
 
Dal [[27 marzo]] 1942 cessò di alimentarsi, assumendo ogni giorno soltanto l'[[Eucaristia]]. Nel [[1943]], per quaranta giorni e quaranta notti, ne furono strettamente controllati dai medici il [[digiuno]] assoluto e l'[[anuria]], nell'ospedale della Foce del Duro presso Oporto<ref name=Santiebeati/>.

Nel [[1944]] si iscrisse all’[[Unione dei Cooperatori Salesiani]], iniziando a pregare per la santificazione dei Cooperatori di tutto il mondo. Nonostante le sofferenze, continuò a interessarsi al bene spirituale dei fedeli della sua [[parrocchia]], specialmente i poveri, promuovendo inoltre nella stessa iniziative come i [[triduo|tridui]] e le [[Quarantore]].
 
Il [[7 gennaio]] [[1955]] le sarebbe stato preannunciato che quello sarebbe stato l’anno della sua morte<ref name=Santiebeati/>. Il [[12 ottobre]] volle ricevere l’[[Unzione degli infermi|Estrema unzione]]. Morì alle 19.30 del [[13 ottobre]] 1955.