Sepolcro di Camillo de' Medici: differenze tra le versioni

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==Storia==
[[File:Particolare sepolcro Camillo de Medici.gif|thumb|200px195px|left|Geronimo d’Auria, Sepolcro di Camillo de’ Medici, particolare, 1596, cm 350×280]]
Sempre un po’ in ombra di fronte alla storia ufficiale è rimasta la figura del committente e della famiglia, malgrado il ruolo di primo piano da essa esercitato nel tessuto della città per almeno cinque secoli, ovvero fin da quel [[1269]], anno in cui appare documentato un tal Guglielmo, “giudice et percettore di collette” in Gragnano, città in cui la famiglia si sarebbe stabilita per sfuggire alle "guerre" che dilaniavano da ormai molti anni la città di Firenze<ref>Camillo de’ Medici, ''Copia processus originalis super familia pro illustrissimis dominis Camillo de Medicis et fratribus'', 1583, ms. inedito, Biblioteca Nazionale di Napoli, XI.A.80, c. 2; Della Vipera, ''Repertorium illustrium familiarum neapolitanarum ex registris archivij Regiae Siclae'', ms. inedito, Bibl. Naz. di Napoli, IX-C-9, c. 145r. È dunque verosimile che fra i "consorti napoletani" dei Medici fiorentini menzionati dall’umanista [[Cristoforo Landino]] già un secolo prima dell'origine della dinastia medicea di Ottaviano (così lo scrittore: "Hanno e Medici consorti cittadini napolitani"), siano da enucleare proprio i Medici di Gragnano. Cristoforo Landino, ''Comento sopra la Comedia'', 1481, ed. a cura di Paolo Procaccioli, Roma, 2001, I, p. 244. Ancora oggi antichi reperti architettonici disseminati fra varie chiese di Gragnano lasciano intendere lo spazio che i Medici riuscirono a ritagliarsi nella città, dove la sfera d'influenza comprendeva fin dalla prima metà del Quattrocento le chiese di San Marco, dell'Assunta, del Corpus Domini, di [[Tommaso Becket|San Tommaso di Canterbury]], il convento dei [[Ordine dei Carmelitani Scalzi|Carmelitani]] e quello degli [[Ordine degli Agostiniani Scalzi|Agostiniani Scalzi]]. Si ricordi che fin dal Medioevo i Medici sono registrati anche a Napoli, Nola, Aversa, Capua, Salerno, Eboli, ma non è sempre facile distinguere il cognome dalla professione. Giancarlo Bova, ''Nuove ipotesi sull'origine della famiglia Medici'', Firenze, 2002.</ref>. Sul solco della tradizione familiare, Camillo riuscì ben presto a guadagnarsi un'alta posizione di prestigio sociale, se già nel [[1560]] veniva chiamato a sovrintendere la [[Battaglia di Gerba (1560)|spedizione]] antiturca di soccorso che [[Pio IV]] organizzò presso l'isola di [[Battaglia di Gerba (1560)|Gerba]]<ref>Alfonso de Ulloa, ''La historia dell'impresa di Tripoli di Barbaria: fatta per ordine del Serenissimo re cattolico l'anno 1560 con le cose avenute a christiani nell'isola delle zerbe'', In Venezia, Appresso Francesco Rampazetto, 1566, p. 56, accessibile su [http://books.google.it/books?id=phA8AAAAcAAJ&pg=PT130&dq=camillo+medici&hl=it&ei=XHm4TMSmJNG6jAfGqfzPDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CDoQ6AEwAw#v=onepage&q=camillo%20medici&f=false google libri].</ref>.
Non privo di ostacoli fu il riconoscimento da parte del granduca di Toscana delle sue illustri radici fiorentine, a causa – come Camillo ebbe a ricordare in una sua memoria – di "sinistra informatione di maligni", che lo avevano accusato di essersi abusivamente appropriato di tal illustre cognome<ref>Camillo de Medici, ''Memoria del fatto ch’è passato fra me Camillo de’ Medici con il serenissimo gran duca di Toscana, mio Signore, dal mese di aprile per tutto ottobre 1582, per conto della famiglia e uso dell’armi'', in Idem, ''Copia processus'', cit., p.n.n. Il manoscritto è una copia del volume presentato da Camillo alla [[Gran Corte della Vicaria]] in propria difesa, contenente antiche notizie d'archivio inviate al granduca di Toscana, [[Francesco I de' Medici|Francesco de' Medici]]. Il riconoscimento della sua appartenenza all’illustre casato mediceo avvenne nel [[1582]], a seguito di un lungo carteggio epistolare col granduca di Toscana, del quale "ad consequentium temporum memoriam ex praescripto [[Gran Corte della Vicaria|Magnae Curiae Vicariae]] factum est publicum testimonium [...], adhibitis iuratis testibus, ac fide dignissimis". Fabio Capece Galeote, in [http://books.google.it/books?id=cDwleMcodzMC&lpg=PP5&ots=gL6EqC8WgD&dq=Iuris%20responsa%20Camilli%20de%20Medici&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false Camillo de Medici, ''Iuris responsa Camilli de Medicis iureconsulti, Neapoli'', Ex Typographia Dominici de Ferdinando Maccarano, 1623]. Su Camillo de' Medici, giurista e cavaliere commendatore del [[Ordine di Santo Stefano Papa e Martire|Sacro Militare Ordine di Santo Stefano]], e sulla sua antica genìa, si veda: Lawrence R. d'Aniello, ''art. cit.'', p. 24-26, 38-49, e la bibliografia a p. 58, nota 62; Eugenio Raffaelli, ''Biografia di Camillo Medici'', Napoli, Stabilimento Tipografico dell'Ancora, 1879, 15 p, e, del medesimo, la ''biografia di Camillo Medici'' nella "Gazzetta del procuratore: rivista critica di legislazione e di giurisprudenza", 1880, pp. 61-62.</ref>.