Discussione:Mantra/sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 34:
 
Nella tradizione successiva divenne quindi poco importante per coloro che studiavano i ''[[Veda]]'' conoscerne il significato quanto piuttosto fu sufficiente memorizzare meticolosamente il testo, con particolare riguardo alla pronuncia e alla sua accentazione. Ciò produsse, a partire dal VI secolo a.C., una serie di opere, che vanno sotto il nome collettivo di ''[[Prātiśakhya]]'', sulla [[fonetica]] e sulla retta pronuncia (''śikṣa'') propria dei ''[[Veda]]'' e per questo collocati all'interno del ''[[Vedaṅga]]'' (membra, ''aṅga'', dei ''Veda'').
 
 
==I mantra nell'Induismo e nelle tradizioni tantriche==
La vita di un devoto hindu è pervasa dalla recitazione dei mantra, pratica che lo accompagna in vari momenti della vita e del quotidiano per fini che sono sia sacri (rituali o soteriologici) sia profani (utilitaristici o anche ''magici''), come per esempio: ottenere la liberazione (''[[mokṣa]]''); onorare le divinità (''[[puja]]''); acquisire poteri sovranaturalisovrannaturali (''siddhi''); comunicare con gli antenati; influenzare le azioni altrui; purificare il corpo; guarire dai mali fisici; assisterlo nei riti; eccetera<ref>A. Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.'', p. 381</ref>.
Ogni mantra va ''usato'' nel modo corretto, e a secondo del modo può dare differenti risultati:
{{q|I mantra 'comprovati' danno risultati sicuri entro un tempo determinato. I mantra 'che aiutano' danno buoni risultati se venegono ripetuti nel rosario, o se li si impiega per accompagnare le oblazioni. I mantra 'realizzati' danno risultati immediati. I mantra 'nemici' distruggono quelli che vogliono usarli.|''Mantra-Mahodadhi'', 24-23, citato in A. Daniélou, ''Miti e dei dell'India'', ''Op. cit.'', p. 381}}
Line 68 ⟶ 67:
*'''HAṂ''': l'etere
Nella ''Yogattatva Upaniṣad'' i suddetti ''bīja'', corrispontendi ai cinque elementi cosmici, vengono messi in relazione con le "cinque parti" del corpo: dalle caviglie alle ginocchia: terra; dalle ginocchia al retto: acqua; dal retto al cuore: fuoco; dal cuore al punto fra le soppracciglia: aria; da quest'ultimo alla sommità del capo: etere. La recitazione consente di acquisire poteri occulti per queste parti del corpo.<ref>Cfr. Mircea Eliade , ''Lo Yoga'', a cura di Furio Jesi, BUR, 2010; p. 129. Eliade riporta la seguente grafia per i ''bīja'': ''la'', ''va'', ''ra'', ''ya'', ''ka''. </ref>
*'''SAUḤ''': il cuore, simbolo dell'energia divina nella sua origine, seme dell'universo, così come scritto nel ''[[Tantrāloka]]'' di [[Abhinavagupta]]: S è ''sat'' ("esistenzal'essere"); AU è l'energia cosmica che anima la manifestazione; Ḥ è la capacità di emissione di [[Shiva|Śiva]]. Il mantra simboleggia quindi la manifestazione del cosmo presente in potenza in Dio, la sua immanenza nel mondo<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 142 e segg.</ref>.
 
Infine, i cinquanta [[fonema|fonemi]] dell'alfabeto sanscrito possono essere utilizzati come mantra essi stessi, singolarmente o variamente combinati <ref>L'alfabeto in questo caso diviene una [[devi|dea]]: [[Mātṛkā]].</ref>; ogni fonema può corrispondere a una divinità. Occorre infatti ricordare che secondo quelle dottrine hindu che considerano il mondo increato, ogni suo aspetto già esiste in potenza nei primordi del suo svilupparsi, fonemi e parole non escluse. La [[vāc|parola]] oltrepassa qui il campo d'interesse della grammatica o della fonetica, per diventare oggetto di studio metafisico e religioso. È la parola nella sua accezione più ampia, la parola cosmica. Si può quindi comprendere come alcune parole e alcuni suoni possano avere la proprietà di interagire con altri aspetti del mondo. Ed è qui che va colto il senso della ''potenza'' dei mantra<ref>A. Padoux, ''Tantra'', ''Op. cit.'', p. 139.</ref>.
 
===Alcuni mantra===
Ritorna alla pagina "Mantra/sandbox".