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==XIX secolo==
[[File:Pompeji - Rekonstruktionarbeiten am Haus der Vettier.jpg|thumb|left|300px|Operai a lavoro nel XIX secolo]]
Nel [[1798]] Ferdinando IV voleva scacciare i [[Prima repubblica francese|Francesi]] da [[Roma]], ma dopo essere stato sconfitto, questi marciarono verso [[Napoli]] ed il re fu costretto a scappare: fu così fondata la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]; in questo periodo, il [[generale]] [[Jean Étienne Championnet]], diede ordine di continuare l'opera di scavo a Pompei, concentrandosi soprattutto nell'area meridionale<ref name="1798-15">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1798-1815&idSezione=752&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>. L'anno seguente i Francesi abbandonarono Napoli ma Ferdinando IV tornerà però solo nel [[1802]]: in questo lasso di tempo, sia per problemi di ordine [[Politica|politico]], ma soprattutto [[Finanza|finanziario]], tutte le attività di scavo vennero sospese. Un nuovo impulso fu dato dall'arrivo di [[Giuseppe Bonaparte]] nel [[1806]], che insieme al ministro [[Antoine Christophe Saliceti]], gestiva un organico di circa cinquecento operai: inoltre con l'aiuto del direttore del museo di [[Portici]], [[Michele Arditi]], iniziarono i primi espropri di case dall'[[Scavi archeologici di Pompei|area archeologica]], per evitare che cittadini privati potessero effettuare scavi a loro spese impossessandosi dei reperti ritrovati, furono aumentati i sorveglianti, regolamentate le visite e si evitarono scavi isolati, concentrandosi su determinate zone, in particolare nei pressi di Porta Ercolano, dove fu scoperta la Casa di [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]<ref name="1798-15"/>. A seguito della partenza di Bonaparte per la [[Spagna]], nel [[1808]], il [[regno di Napoli]] fu affidato a [[Gioacchino Murat]], la cui moglie [[Carolina Bonaparte]] era una appassionata di archeologia: fu infatti la donna che prese il controllo delle indagini ed incoraggiava gli [[operaio|operai]], che nel frattempo erano saliti a 624, oltre a circa 1.500 [[Zappatore (militare)|zappatori]]<ref name="1748-15"/>, con continue ricompense economiche; ciò nonostante, la scelta di uomini estranei al sapere archeologico provocò non pochi malumori tra gli addetti, come ricordato all'architetto François Mazois:
[[File:Pompei02.JPG|thumb|right|300px|La basilica, riportata alla luce sotto Carolina Bonaparte]]
{{Quote|...questi uomini estranei alle arti nutrivano poco rispetto per i monumenti e si divertivano talvolta a rovinarli; si fu così obbligati a servirsi dei soldati solo per lo scavo delle mura e dell'Anfiteatro<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=755&idSezioneRif=753|titolo=Tecniche degli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>.}}
Sotto la regina Carolina venne individuata la [[Mura (architettura)|cinta muraria]] della città e fu per lo più scavata la zona dei teatri e del [[Foro di Pompei|foro]], oltre a diverse ''insulae'' adiacenti alla zona di Porta Ercolano<ref name="1798-15"/>: a tale periodo risale la scoperta della Casa di Pensa e della Basilica. Sempre su ordine di Carolina furono pubblicate numerose guide che riportavano la planimetria delle scoperte di Pompei ed inviate poi in tutta Europa, facendo diventare il luogo tappa obbligata del [[Grand Tour]]<ref name="Storia"/>: grazie a queste pubblicazioni, Charles François Mazois, venuto a conoscenza degli scavi vesuviani, lavorò a Pompei tra il [[1809]] ed il [[1813]] editando poi ''Les ruines de Pompéi''<ref name="1748-15"/>, la maggiore opera di epoca borbonica riguardante gli scavi; divisa in quattro sezioni, la prima parte del testo descriveva la [[Strada|rete viaria]], [[Tomba|tombe]], [[Porta cittadina|porte]] e mura, la seconda [[Fontana|fontane]] e [[Casa|case]], la terza gli edifici pubblici e la quarta [[Teatro (architettura)|teatri]], [[Tempio|templi]] e l'[[urbanistica]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=753&idSezioneRif=752|titolo=Documenti degli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>.
[[File:Battle of Issos MAN Napoli Inv10020 n01.jpg|thumb|left|350px|Mosaico di Alessandro Magno, ritrovato nella casa del Fauno]]
Il ritorno della dinastia borbonica segnò un nuovo periodo di stasi, soprattutto sotto Ferdinando I, il quale vendette nuovamente parte dei terreni espropriati a privati e ridusse il numero di operai a sole tredici unità: venne comunque recuperato l'intero foro<ref name="1815-60">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1815-1860&idSezione=756&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1815 al 1860|accesso=16-01-2012}}</ref>. Con la salita al trono di [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]], tra il [[1820]] e [[1830]], si assistette ad una nuova ripresa degli scavi, in particolar modo nella zona di Via Mercurio e della regio IV, dove furono trovate numerose abitazioni di notevole interesse architettonico: nel [[1830]] venne scoperta la [[Casa del Fauno]], con il grosso mosaico dedicato ad [[Alessandro Magno]]. Con [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] prima, e [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] poi, l'interesse per l'[[Scavi archeologici di Pompei|area archeologica di Pompei]] andò nuovamente scemando ed i due utilizzarono il sito solo come una sorta di [[museo]] per i loro ospiti: fu visitato da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] nel [[1835]], [[papa
[[File:Via Stabbiana Pompeii.jpg|thumb|right|350px|Via Stabiana, esplorata subito dopo l'Unità d'Italia]]
Con l'[[Risorgimento|unità d'Italia]] ci fu un repentino cambiamento nelle opere di scavo: la direzione fu affidata a [[Giuseppe Fiorelli]], che potendo disporre anche di un maggior supporto economico, iniziò lo scavo integrale di diverse insulae e concluse quello di alcune già parzialmente esplorate, come nei pressi di Via Stabiana e delle porte Stabia e Marina<ref name="1860-10">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1860-1910&idSezione=760&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1860 al 1910|accesso=16-01-2012}}</ref>; proprio a Fiorelli si deve la prima ordinata opera di scavo, con la divisione della città in ''insulae'' e ''regiones''<ref name="Tec 1860-10">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=763&idSezioneRif=761|titolo=Tecniche di scavo dal 1860 al 1910|accesso=16-01-2012}}</ref>. Nel [[1863]] fu
==XX e XXI secolo==
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