Papa Pio XII: differenze tra le versioni
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==Critiche ed aspetti controversi==
Uno dei punti in assoluto più controversi del pontificato di Pacelli è certamente il rapporto della Chiesa cattolica con la Germania nazista da una parte e gli ebrei dall'altra.
Violente polemiche si sono sviluppate intorno al sospetto che Pio XII possa aver avuto un atteggiamento di acquiescenza, o anche di maggior adesione, nei confronti della persecuzione nazista antisemita. Il silenzio della Chiesa sull'[[Olocausto]], ad esempio, è uno dei punti considerati espressivi di una posizione asseritamente compiacente verso Berlino. Dall'altra parte invece si sostiene che i numerosi episodi di intervento a protezione di ebrei in pericolo, oltre che l'operato pre-pontificale di Pio XII, mostrerebbero invece una Chiesa schierata in opposizione al nazismo.
''A latere'' si sono sviluppate interpretazioni storiche che privilegiano la considerazione di un<nowiki>'</nowiki>''allure'' tutto sommato pragmatica della politica estera vaticana, ed anzi l'operato congiunto del papa e del suo più diretto collaboratore [[papa Paolo VI|Montini]] sono stati indicati come marcatamente inclini proprio al [[pragmatismo]], in un'ottica di visione di lungo respiro lungamente caratteristica del papato.
A partire dagli anni '50 comincia a svilupparsi in ambienti politico-culturali una critica al pontefice in netta controtendenza rispetto ai numerosi attestati di stima ricevuti precedentemente dagli ambienti ebraici, in seguito a questa critica anche alcuni esponenti autorevoli della comunità [[ebraismo|ebraica]], hanno successivamente criticato Papa Pacelli per non aver denunciato pubblicamente il [[nazismo]] e le [[olocausto|persecuzioni anti-ebraiche]] di cui risulta fosse a conoscenza, anche se durante il conflitto la Chiesa protesse le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, salvandoli dalla deportazione e facilitando la fuga dei rifugiati.
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