Marcel Callo: differenze tra le versioni

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All'indomani del bombardamento di Rennes, l'8 marzo [[1943]], mentre sua sorella Maria Maddalena moriva per le ferite riportate sotto le bombe, egli ricevette la cartolina precetto che gli imponeva di andare in Germania a lavorare per il ''"Servizio del Lavoro obbligatorio"''. Avrebbe potuto nascondersi, ma per evitare rappresaglie al padre e al fratello sacerdote, decise di partire dicendo: « ''Parto non già come lavoratore, ma come missionario al servizio dei miei compagni''».
 
Fu mandato in [[Turingia]] dove incontrò un gruppo di Jocisti tedeschi ed il loro cappellano. MarcelloMarcel trascinò allora con sé altri compagni francesi poco praticanti<ref>Dei primi 14 mesi trascorsi in Germania, in Turingia, ci rimangono 180 lettere che Marcel scrisse alla famiglia e alla fidanzata, piene di fede, di preghiera e del suo invincibile desiderio di raccontare ai giovani il Vangelo per condurli a Gesù Cristo.</ref>. Si comportò «...da missionario, per aiutare i suoi fratelli jocisti». Attorno a lui si sviluppò un gruppo molto attivo, fatto questo che attirò subito l'attenzione della [[Gestapo]] la quale non gradiva affatto i programmi educativi dell'azione cattolica. Soprattutto non vedeva di buon occhio il messaggio di fratellanza universale che la [[dottrina cattolica]] diffondeva in contrasto con l'ideologia nazista basata sul razzismo e sulla necessità di portare la guerra ai popoli europei.
 
Venne condannato con la seguente motivazione: «Per il suo attivismo cattolico presso i suoi compagni del Servizio del Lavoro Obbligatorio, si è dimostrato pericoloso per il regime nazista e per la sicurezza del popolo tedesco».<ref>Nella documentazione relativa all'arresto si legge:"''Viel Zu Katholsch''" (=troppo cattolici). In realtà i nazisti erano convinti che esistessero legami tra la loro attività e la resistenza interna tedesca.</ref>
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Nel campo, pur soffrendo la fame e la sete, percosso, lavorando dodici ore al giorno in una soffocante fabbrica sotterranea, la sua fede non cessò di aumentare. Ben presto si ammalò e fu mandato all'infermeria, a due passi dal forno crematorio. Là continuò a sostenere i suoi compagni di sventura, fino all' ultimo. Morì infine, sfinito dagli stenti e spossato dalla dissenteria, il [[19 marzo]] [[1945]].
 
Il colonnello Tibodo, che aveva visto morire migliaia di prigionieri, l'assistette all'alba del 19 marzo 1945. Testimoniò con insistenza ed emozione che: « ''MarcelloMarcel aveva lo sguardo d'un santo'' ».
 
== [[Culto]] ==