Arnaud Rykner: differenze tra le versioni

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A 22 anni ha pubblicato ''Théâtre du Nouveau Roman'' (José Corti, 1988), il suo primo saggio, dedicato alle opere di Robert Pinget, Marguerite Duras e Nathalie Sarraute. Nello stesso anno scrive alcune pagine sull’autrice di ''L’infanzia'' e le invia a Denis Roche (direttore di collana presso l’editore Seuil), quest’ultimo gli commissiona un volume sull’autrice permettendo così l’incontro tra la Sarraute e Rykner, e sarà l’inizio di un’amicizia che durerà undici anni. Rykner lavorerà all’edizione completa delle opere di Nathalie Sarraute pubblicata nella Pléiade, dove curerà la sezione teatro. Sarà poi l’autrice di origine russa a presentargli il regista Claude Règy, di cui Rykner conosceva da tempo il lavoro teatrale. Insieme i due inizieranno a ritradurre ''Chutes'' di Gregory Motton e Rykner sarà suo assistente per sei anni, prima di iniziare la carriera indipendente.
Il suo primo romanzo, ''Mon roi et moi'', esce nel 1999 e sarà seguito l’anno successivo da ''Je ne viendrai pas'' entrambi per l’editore Rouergue. I due libri mescolano i confini tra prosa poetica, onirico e fantastico. I romanzi successivi ''Blanche e Nur'' (romanzo dell’amore perduto, finalista alla seconda edizione Prix France-Culture/Télérama. “Testo breve, folgorante, volutamente incantatore, si ascolta mentre si legge” secondo Michel Abescat, di Télérama) e ''Enfants perdus'' aprono a una vena più realista, fino ad arrivare al [http://www.librimondadori.it/web/mondadori/scheda-libro?isbn=978880461499&autoreUUID=9c96b306-a1bd-41eb-95b0-ebe43ff1fd51 ''Vagone''] (2006) che ci immerge nell’orrore della deportazione, illuminando all’indietro certi angoli profondi delle sue opere precedenti.
 
'''Bibliografia'''