Campagne mesopotamiche di Ardashir I: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 133:
:Vi è da aggiungere che presso [[Hatra]] furono lasciati alcuni distaccamenti dell'[[esercito romano]] (della [[legio I Parthica]] e della [[Lista delle truppe ausiliarie romane|''Cohors IX Maurorum [Gordiana]'']]).<ref>A.Maricq, ''Les dernières années d'Hatra: l'alliance romaine'', in ''Syria'' 34 (1957), p.288; {{AE|1958|238}} databile al [[5 giugno]] del [[235]]; {{AE|1958|239}}; {{AE|1958|240}}.</ref><ref name="Millar129">F.Millar, ''The Roman near East (31 BC - AD 337)'', Cambridge Massachusetts & London 1993, p.129.</ref>
 
;[[231]]: L'imperatore [[Alessandro Severo]] organizzò allora una nuova spedizione militare contro i [[Sasanidi]], arruolando una nuova [[legione romana|legione]] in [[Italia romana|Italia]], la [[legio IIII Italica]].<ref name="Southern61"/> Erodiano riporta il discorso che Alessandro fece di fronte alle truppe schierate e racconta di come i soldati fossero incoraggiati dalle parole dell'imperatore. Dopo aver distribuito denaro alle truppe, si recò al Senato per fare un discorso simile e rendere pubbliche le sue intenzioni. Il giorno della partenza (forse nella [[primavera]]<ref name="Southern61"/> di quest'anno), dopo aver presenziato ai sacrifici di rito, Alessandro lasciò Roma ([[231]]),<ref>[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio '', VI, 3.1-7, 4.1-2.</ref> per raggiungere [[Antiochia]] di [[Siria (provincia romana)|Siria]], suo quartier generale.<ref name="Southern61"/>
 
=== Seconda fase: reazione romana (232) ===
Riga 151:
}}
 
;[[232]]: Alessandro, una volta raggiunta [[Antiochia]] di [[Siria]], fece un ulteriore tentativo di mediazione, offrendo pace e amicizia ad Ardashir, ma questi, non solo mandò indietro gli inviati romani a mani vuote, fece pervenire all'Imperatore romano quattrocento suoi soldati di aspetto imponente e riccamente vestiti, con un rinnovato invito ad abbandonare le terre romane fino al [[Bosforo]]. Alessandro arrestò i quattrocento inviati sasanidi e li mandò a coltivare terre in [[Frigia]], senza però metterli a morte.
:La campagna iniziò con un piano strategico che prevedeva di dividere l'[[esercito romano]] in tre differenti colonne di marcia. Alessandro scelse per sé quella centrale, mentre la prima doveva inoltrarsi verso nord e sottomettere [[Regno d'Armenia|Armenia]] e [[Media (provincia persiana)|Media]], mentre la terza, doveva discendere il fiume [[Eufrate]], congiungendosi con quella di Alessandro Severo presso [[Ctesifonte]].<ref name="Southern61"/> La sua indecisione nell'avanzare e lo scarso livello di preparazione delle truppe orientali romane, fecero sì che al contingente meridionale venisse ad opporsi quasi l'intero [[esercito sasanide]], che sconfisse i Romani infliggendo loro gravi perdite. [[Erodiano]] racconta che la causa dell'indecisione di Alessandro fu la sua paura di mettere in gioco la propria vita o le «paure femminili» di sua madre [[Giulia Mamea]], che lo aveva seguito in Oriente. La notizia della disfatta giunse all'imperatore mentre questi era malato, e lo fece disperare sull'esito finale della [[campagna sasanide di Alessandro Severo|campagna]]. Gli stessi soldati, minati da malattie causate dall'ambiente insalubre e dalla scarsità delle provviste, accusarono l'imperatore di aver causato la distruzione dell'esercito per la sua scarsa capacità militare, tanto che vi fu un tentativo di usurpazione, subito sventato, da parte di un certo [[Uranio (usurpatore)|Uranio]]. Alessandro ordinò allora che i due gruppi superstiti di truppe si recassero a svernare ad Antiochia, e sulla strada del ritorno sembra che ingenti furono le perdite romane: l'esercito proveniente da nord fu praticamente decimato dalle temperature rigide delle montagne dell'[[Armenia]], quello meridionale a causa della disfatta subita lungo l'[[Eufrate]] a causa di un numero impari di forze sasanidi contro cui si era scontrato.<ref>Erodiano, ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio '', VI.4.4-7, 5, 6.1-3.</ref>
:La campagna si rivelò comunque non del tutto negativa per i [[Impero romano|Romani]], poiché i territori perduti in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] nel corso dell'avanzata sasanide degli anni [[229]]-[[230]], furono riconquistati ed i Sasanidi rimasero tranquilli fino al [[239]]-[[240]], mentre Alessandro poté fregiarsi dei titoli vittoriosi di ''[[Parthicus maximus]]'' e ''[[Persicus]]''.<ref>[[Historia Augusta]], ''Alexander Severus'', 56.9; BCTH-1902-517.</ref><ref name="Southern62">Pat Southern, ''The Roman Empire: from Severus to Constantine'', p. 62.</ref>
Riga 163:
;[[238]]/[[239]]<ref>''Supplementum Epigraphicum Graecum'' 7, Berlin 1934, 743b (da [[Dura Europos]]): ''Il tredicesimo giorno del mese di Xandikus dell'anno 550'' [20 aprile del 239] ''i Persiani scesero verso di noi''.</ref>: Una nuova invasione su vasta scala da parte delle armate [[sasanidi]], avvenne nel corso di quest'anno, le quali posero sotto [[assedio (storia romana)|assedio]] la città-fortezza di [[Dura Europos]], avamposto romano sull'[[Eufrate]].<ref>[[Historia Augusta]], ''Maximus and Balbinus'', 13.5; {{AE|1948|124}}.</ref><ref name="Millar150">F.Millar, ''The Roman near East (31 BC - AD 337)'', Cambridge Massachusetts & London 1993, p.150.</ref><ref>X.Loriot, ''Les premières années de la grande crise du III siecle: de l'avènement de Maximin Thrace (235) à la mort de Gordian III (244)'', ''Aufstieg Niedergang Römischen Welt'', II.2 (1975), p.657.</ref><ref name="Southern70">Pat Southern, ''The Roman Empire: from Severus to Constantine'', p. 70.</ref>
 
;[[240]]: Nel corso di quest'anno sembra che [[Ardashir I]] riuscì finalmente nell'impresa di [[assedio di Hatra (240)|occupare]] e distruggere l'importante città-roccaforte di [[Hatra]], alleata dei Romani,<ref>[[Codex Manichaicus Coloniensis]], 18, 1-16.</ref><ref name="Millar129"/><ref name="Carriè94"/><ref name="Southern70"/> occupando poi buona parte della [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia romana]] (comprese le [[fortezza legionaria|fortezze legionarie]] di ''[[Resaina]]'' e ''[[Singara]]'', oltre al forte [[auxilia|ausiliario]] di ''[[Zagurae]]'', l'odierna [[Ain Sinu]]<ref>X.Loriot, ''Les premières années de la grande crise du III siecle: de l'avènement de Maximin Thrace (235) à la mort de Gordian III (244)'', Aufstieg Niedergang Römischen Welt, II.2 (1975), p.763.</ref>), arrivando forse anche ad [[assedio di Antiochia|assediare ed occupare]] la stessa [[Antiochia]] di [[Siria (provincia romana)|Siria]],<ref>[[Historia Augusta]], ''Gordiani tres'', 26, 5-6.</ref> come sembra suggerire il fatto che la [[zecche romane|sua zecca]] smise di [[monetazione imperiale romana|battere moneta]] per gli anni [[240]] e [[241]].<ref name="Southern70"/>
 
==Conseguenze==
{{Vedi anche|Campagna sasanide di Gordiano III|Campagne siriano-mesopotamiche di Shapur I}}
 
La morte poi del giovane imperatore per mano di un suo generale, [[Massimino il Trace]] (nel [[235]]), e la successiva [[anarchia militare]] in cui per circa un cinquantennio versò l'[[Impero romano]], determinarono non pochi vantaggi a favore del nascente [[Sasanidi|Impero sasanide]], che non si lasciò sfuggire l'occasione di sorprendenti rivincite, fino ad occupare la stessa [[Antiochia]] di [[Siria (provincia romana)|Siria]] nel [[252]] e nel [[260]].
 
== Note ==