Peshitta: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[Image:Peshitta464.jpg|right|thumb|Il testo della Peshitta di Esodo 13,14-16]]
La traduzione dell'[[Antico Testamento]] in lingua siriaca fu realizzata in [[Siria]] nel I secolo d.C. ad opera di Giudei o Giudeo-cristiani, probabilmente a partire dai Targumin (traduzioni della Bibbia ebraica in aramaico, lingua affine al siriaco).
 
La prima traduzione del [[Nuovo Testamento]] in siriaco è il cosiddetto [[Diatesseron]], cioè '(un vangelo) attraverso quattro (vangeli)', realizzata dal cristiano [[Taziano]] nel 165-170. Si tratta di un testo unico e lineare che cerca di armonizzare le quattro narrazioni dei singoli Vangeli. Per alcuni secoli tale testo fu il vangelo ufficiale della chiesa di Siria. Il teologo Efrem Siro ne scrisse un commentario in prosa. Nel 423 il vescovo [[Teodoreto]] ne impose l'abbandono in favore dell'adozione dei quattro vangeli come avveniva per tutte le altre chiese cristiane. Teodoreto ordinò la distruzione delle copie esistenti del Diatesseron, che ci è pertanto noto solo in maniera indiretta attraverso il commentario di Efrem.
 
L'antica versione siriaca contenente sia AT che NT con i quattro vangeli 'normali' (non nella versione [[Diatesseron]]) è detta [[Vecchia Siriaca]] (''Vetus Syra''). Sono rimaste poche testimonianze di tale versione. Tra queste, due manoscritti della Vecchia Siriaca riguardanti i vangeli ([[Syra Sinaiticus]] e [[Syra Curetonianus]]) mostrano lezioni e varianti tipiche del testo greco del NT secondo le caratteristiche della famiglia occidentale. Inoltre, il siriaco contenuto in questi due manoscritti mostra affinità con l'aramaico parlato in Palestina e non in Siria. Questo ha portato all'ipotesi secondo la quale, mentre in Siria circolava il Diatesseron (II-IV secolo), in Palestina fossero diffusi manoscritti in aramaico del Vangelo.
 
Sulla natura di tali ipotetiche versioni aramaiche, a noi non pervenute, le possibilità sono due: erano traduzioni in aramaico dal greco originale, scritto dagli evangelisti; erano il testo originale scritto in aramaico dagli evangelisti, tradotto poi nella lingua franca greca (tale ipotesi è la cosiddetta priorità aramaica).
 
The early Syriac versions of both Old and New Testament with the four gospels, excluding the Diatessaron, is called the ''Old Syriac'' (''Vetus Syra'') version. The Old Syriac Old Testament was probably based extensively on the Aramaic Targums, but little evidence survives today. There are two manuscripts of the Old Syriac separate gospels (Syra Sinaiticus and Syra Curetonianus). These are clearly based on the Greek text, and the so-called 'Western' recension of it. The Syriac of these manuscripts shows some influence of West [[Aramaic language|Aramaic]], a related language. It is thought that the separate gospels circulated in a Christian Palestinian dialect of Aramaic during the period that the Diatessaron circulated in the Syriac community. These source gospels, if they existed at all, were translations from [[Koine Greek]], except see [[Aramaic primacy]]. There is also evidence that translations of the [[Acts of the Apostles]] and the [[Pauline epistles]] also existed in the Old Syriac version, though according to [[Eusebius]]' ''Ecclesiastical History'' 4.29.5, Tatian himself rejected them.
 
The Peshitta is a reworking of Old Syriac material to form a unified version of the scriptures for the Syriac-speaking churches. The name of [[Rabbula]], bishop of [[Edessa]] (d. [[435]]) is popularly connected with the production of the Peshitta. However, it is unclear how involved he was, if at all. By the early fifth century, the Peshitta was the standard Bible of the Syriac-speaking churches. Even with centuries of schism and division, the Peshitta remains a single, uniting tradition.