Wolfgang Amadeus Mozart: differenze tra le versioni
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== Lo stile mozartiano ==
Le composizioni di Mozart e di [[Haydn]] appartengono a un periodo storico - la seconda metà del XVIII secolo - durante il quale avvenne nella musica occidentale l'evoluzione dal cosiddetto ''[[stile galante]]'' ad un nuovo stile, detto in seguito ''[[classicismo|classico]]'', che avrebbe accolto in sé anche gli elementi [[contrappunto|contrappuntistici]], che caratterizzavano la tarda [[musica barocca]] e proprio in reazione alla cui "complessità" si era sviluppato lo ''stile galante''.
[[File:K626 Requiem Mozart.jpg|thumb|right|200px|Dettaglio del manoscritto del Requiem K. 626]]
Lo stile della musica di Mozart non solo segue da vicino lo sviluppo dello ''stile classico'', ma senza dubbio contribuisce in modo fondamentale a definirne le caratteristiche, in modo tale da poter essere considerato esso stesso l'[[archetipo]]. Mozart fu uno straordinario compositore che si dedicò con apparente semplicità a tutti i principali generi dell'epoca: scrisse un gran numero di [[sinfonia|sinfonie]], [[opera|opere]], [[Concerto (composizione musicale)|concerti]] per strumento solista, [[musica da camera]] (fra cui [[quartetto d'archi|quartetti d'archi]] e [[quintetto d'archi|quintetti d'archi]]) e [[sonata|sonate]] per [[pianoforte]]. Benché per nessuno di questi generi si possa affermare che egli fu il "primo autore", per quanto riguarda il [[Concerto (composizione musicale)|concerto]] per pianoforte si deve riconoscere che esso deve a Mozart, autore ed interprete delle proprie composizioni, il grandioso sviluppo formale e di contenuti che avrebbe caratterizzato questo genere nel secolo successivo. Lo stesso [[Beethoven]] nutriva grande ammirazione per i concerti per pianoforte mozartiani, che furono il modello dei suoi concerti, in modo particolare i primi tre {{citazione necessaria}}. Mozart rinnova il genere musicale del [[Concerto (composizione musicale)|concerto]]: il discorso musicale si svolge come dialogo paritario fra due soggetti di uguale importanza, il solista e l'orchestra. Mozart scrisse concerti per pianoforte, violino, flauto, oboe, corno, clarinetto, fagotto. Mozart scrisse anche un gran numero di composizioni sacre, fra cui [[messa (musica)|messe]], e composizioni più "leggere", risalenti per lo più al periodo salisburghese, come le [[marcia (musica)|marce]], le danze, i [[divertimento (musica)|divertimenti]], le [[serenata (musica)|serenate]] e le [[cassazione (musica)|cassazioni]].
I tratti caratteristici dello ''stile classico'' possono essere ritrovati senza difficoltà nella musica di Mozart: chiarezza, equilibrio e trasparenza sono elementi distintivi di ogni sua composizione. Tuttavia l'insistenza che a volte viene data agli elementi di ''delicatezza'' e di ''grazia'' della sua musica non riesce a nascondere la potenza eccezionale di alcuni dei suoi capolavori, quali il [[K 491|concerto per pianoforte n. 24]] in do minore K. 491, la [[Sinfonia n. 40 (Mozart)|Sinfonia n. 40]] in sol minore K. 550, e l'opera ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]''.
[[Charles Rosen]] ha scritto<ref>{{cita libro| Charles | Rosen | The Classical Style | 1998 | W. W. Norton & Company |}}</ref>:
{{quote|Solamente riconoscendo che la violenza e la sensualità è al centro dell'opera di Mozart è possibile fare il primo passo verso la comprensione delle sue strutture e della sua magnificenza. In un modo paradossale, [[K 550|la caratterizzazione superficiale di Schumann]]<ref>[[Robert Schumann]] disse che questa sinfonia possedeva "grazia e leggerezza greca"</ref> della sinfonia K. 550 in sol minore può aiutarci a comprendere il [[demone]] di Mozart in modo più completo. Nell'opera di Mozart ogni suprema espressione di sofferenza e terrore ha qualcosa di sorprendentemente voluttuoso.}}
Soprattutto nell'ultimo decennio di vita Mozart esplorò l'[[armonia cromatica]] con una intensità raramente ritrovata in altri compositori del suo tempo.
Scrive Hermann Abert<ref>Citazione di Abert ripresa da Paumgartner in {{cita libro | Bernhard | Paumgartner | Mozart |1956| Einaudi | }}</ref>:
{{quote|Neppure l'uomo normale si dà pena di imitare alcuna cosa di cui non rechi già in sé l'embrione. Nel genio questa scelta reca già l'impronta dell'atto creativo. Essa è infatti il primo tentativo di una presa di posizione, d'un affermarsi nei confronti della tradizione: tentativo che dovrà agguerrirlo a rifiutare ciò che gli sia estraneo o d'intoppo e non soltanto ad imitare ma a "ricreare" ed assimilare ogni elemento congeniale. Non dovremo quindi mai dimenticare che la grandezza di Mozart sta nel suo "io", nella sua forza creativa; non nel materiale col quale si è cimentato.}}
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