Ubert Piacco: differenze tra le versioni

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I suoi virtuosismi compositivi sono caratterizzati da intrecci, linee, cuspidi che recitano come in un musicale scomporsi nella ricerca di espressioni che si ricompongono schematicamente dando il senso della velocità.
 
Tra le sue opere scultoree si citano: “I Centauri”, bronzo di vigore arcaico, dove le forme perseguono una corrente in tensione con ritmo deciso e nervoso; masse compatte angolose, perforanti lo spazio, equilibrate, in “Il ritorno dei pescatori”; infernale ed infuriato è “Il Gatto” (1955); aspro e nervoso “Il Gallo” (1955); armonica è l’intersecazione dei piani nel “Fantino” sul cavallo in corsa (1955); in “La Dama del Diavolo” (1955) la forma è piena, ritmica e trascinante; nel gruppo “L’idea è dogma” l’artista rappresenta forme simboliche di forze in tensione; in “Scilla”, il mito riemerge in una figura originale, l’ambiguità e l’ambivalenza del corpo umano, piramide e cono in una sintesi plastica, rispettivamente idea di mascolinità e femminilità, l’uomo e la donna legati senza lasciar percepire i loro confini fisici, generano una profonda riflessione sulla loro enigmatica struttura psicologica; euritmiche appaiono le opere dedicate alla danza, nelle quali le figure tracciate in modo essenziale, appaiono volteggiare in un dinamismo rotativo sull’onda di una sinfonia musicale; nella solennità del contesto storico della “Crocifissione” Ubert piacco si esprime per emblemi spaziali e per simboli, scolpendo un’opera che sembra rivelarsi nel segno del prodigio.