Pietro Maggi (architetto): differenze tra le versioni
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Nato a [[Bruzella]] (un piccolo paese nella [[val di Muggio]] nei pressi di [[Mendrisio]]), ancora ragazzo seguì il padre Carlo Maggi (o Magi) quando questi si stabilì nelle [[Marche]], a [[Montedinove]]. Studiò poi architettura per sei anni a [[Roma]], inviatovi dal padre che già esercitava quest'arte,<ref>Ricci (1834), vol. 2º, p. 395.</ref> ma rientrò presto nel paese marchigiano, accasandovisi e dedicandosi con costanza e successo alla professione a partire dagli ultimi due decenni del [[secolo XVIII|Settecento]].
Del giovane architetto Maggi si conosce una perizia, con relativa [[pianta (architettura)|pianta]], redatta nel 1784 e connessa all'azione erosiva del Fosso dei Pioppi ad [[Appignano del Tronto]]: il progetto prevedeva un sistema di contenimento a sette muraglioni, ma soprattutto affrontava il problema alla base suggerendo di impiantare su entrambi i lati del fosso olmi, pioppi, salici ed altri alberi con radici profonde al fine di trattenere il terreno argilloso e frenare il fenomeno dei [[calanchi]].<ref>Marucci (2005). Una recensione al volume è consultabile [http://www.cristianomarchegiani.it/Recensione%20Frane%20Appignano%20per%20Studia%20Picena.pdf on line].</ref>
Negli anni successivi partecipò con ottimi risultati a diverse edizioni del Concorso Balestra dell'[[Accademia di San Luca]], a Roma: nel 1786 vinse il secondo premio con il progetto di ''Una fabbrica per uso dell´Accademia del disegno'' e nel 1792 vinse il primo premio, a pari merito con [[Paolo Anzani]], con il disegno di ''Un palazzo sulla riva del mare per delizia di un personaggio''.<ref>Henry A. Millon, Hellmut Hager e Susan C. Scott (a cura di), ''An Architectural progress in the Renaissance and baroque: sojourns in and out of Italy : essays in architectural history presented to Hellmut Hager on his sixty-sixth birthday'', Dept. of Art History, Pennsylvania State University, 1992, part 2, pp. 726 e 752; Giuseppe La Mastra, ''Il tessuto delle ville a Roma nel Settecento: caratteristiche e dinamiche di trasformazione. Una prima ricognizione: il rione Monti'', tesi di dottorato XVIII ciclo, Università degli Studi di Roma Tre, p. 12; Hellmut Hager, ''Projects and monuments in the period of the Roman Baroque'', Pennsylvania State University, 1984, vol. 1º, p. 134. I disegni sono reperibili online tra quelli del [http://lineamenta.biblhertz.it:8080/Lineamenta/1033478408.39/1035196181.35/1083150509.08/view Concorso Balestra].</ref> Fu tuttavia nella Bassa [[Marca anconitana|Marca]], in particolare nella [[provincia di Ascoli Piceno]] ma un po' in tutta la zona meridionale della regione marchigiana e nel confinante [[Abruzzo]], che svolse essenzialmente il proprio lavoro ottenendo fama e considerazione per la sua abilità e competenza e distinguendosi per una prolifica produzione architettonica che lo vide progettare e realizzare innumerevoli edifici in uno stile sempre più decisamente [[neoclassico]]. Fra questi, si possono ricordare:
* la chiesa di Santa Felicita di [[Colli del Tronto]] (1796),
* la chiesa collegiata di [[Offida]] e, nella medesima località, l'ospedale (1796),<ref>Edificio oggi noto come "ex ospedale civile ''[[Loris Annibaldi]]''".</ref> il [[Teatro Serpente Aureo]] e il palazzo Vitali,<ref>Marchegiani (2002).</ref>
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Oltre a queste opere interamente sue, fu l'iniziatore dei lavori per la costruzione della chiesa collegiata di [[Amandola]] e quella di San Francesco a [[Castignano]], nonché del [[Teatro Luigi Mercantini]] di [[Ripatransone]].
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