Nazionale maschile di calcio dell'Italia: differenze tra le versioni

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{{interprogetto|notizia=Speciale Campionato del mondo di calcio 2006|etichetta=Mondiali 2006}}
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{{interprogetto|notizia=Donadoni è il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana}}
{{Nazionale di calcio
| Name = Italia|
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Ragionando in maniera lucida, bisogna dire che quella Nazionale si qualificò con un turno d’anticipo e ben prima di squadre che all’epoca godevano di credito maggiore (Inghilterra, Francia, Germania, che dovettero tutte attendere l’ultima partita per avere il visto per la Spagna). E dopo di quella di Bearzot, solo la Nazionale di [[Marcello Lippi|Lippi]] sarebbe riuscita, ventiquattro anni dopo, a qualificarsi in anticipo.
{{vedi anche|Mondiali di calcio Spagna 1982}}
[[Image:Paolo Rossi.jpg|thumb|150px|left|<br><small>[[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]] inseguito da [[Leovegildo Lins Gama Júnior|Júnior]] durante Italia-Brasile]]
Comunque, l’Italia andò in [[Spagna]] per giocare il [[Mondiali_di_calcio_Spagna_1982|dodicesimo campionato del mondo]]. Un sorteggio apparentemente favorevole (gli Azzurri erano stati sorteggiati in un girone che comprendeva [[nazionale di calcio polacca|Polonia]], [[nazionale di calcio peruviana|Perù]] e [[nazionale di calcio camerunense|Camerun]]) rischiò di trasformarsi in una trappola: dopo aver pareggiato un brutto incontro per 0-0 contro i Polacchi, infatti, l’Italia non andò oltre un altrettanto brutto 1-1 contro il Perù. Ci volle un ulteriore pareggio per 1-1 contro i pari classifica del [[Camerun]] per passare il turno grazie alla miglior differenza-reti rispetto alla Nazionale africana. Quando poi l’Italia, nella seconda fase a gironi, venne affiancata a [[nazionale di calcio brasiliana|Brasile]] e [[nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], molti pensarono che l’eliminazione azzurra era stata solo ritardata di due partite. Invece, nel primo incontro contro l’Argentina, l’Italia sfoggiò una prestazione di tutto rispetto, riuscendo anche a neutralizzare l’avversario più pericoloso, [[Diego Armando Maradona|Maradona]]: dopo un primo tempo equilibrato e chiuso sullo 0-0, furono prima [[Marco Tardelli|Tardelli]] e poi [[Antonio Cabrini|Cabrini]] a prendere in contropiede la velleitaria formazione sudamericana che, nonostante un goal di [[Daniel Passarella|Passarella]] nel finale, non poté evitare la sconfitta. Non evitò la sconfitta neppure contro il Brasile (3-1), sicché l’ultimo incontro, tra Brasile e Italia, divenne decisivo. Quello fu il capolavoro tattico di Bearzot che comprese in largo anticipo che i brasiliani, sia pur in vantaggio nel girone per differenza reti, non si sarebbero accontentati di passare alle semifinali con un pareggio, ma avrebbero strafatto pur di cercare la vittoria. E su questa presunzione brasiliana Bearzot costruì una gara fatta di difesa chiusa e contropiede: l’aver segnato quasi subito il goal dell’1-0 costrinse i sudamericani a uscire: nemmeno il pareggio di [[Sócrates]] fece loro capire che la partita andava addormentata. Il 2-1 italiano fu opera di un allegro quanto sciagurato passaggio orizzontale nella difesa brasiliana. Ancora una volta, il Brasile non mise giudizio neppure dopo il 2-2 di [[Paulo Roberto Falcão|Falcão]], e l’Italia segnò il 3-2 che mandava a casa il Brasile e tutta la pattuglia sudamericana in blocco. A nulla valse l’assedio finale dei verde-oro, che si trovarono di fronte uno Zoff che chiuse la porta e si fece perdonare gli errori sui tiri da lontano di quattro anni prima in [[Argentina]]. Sugli scudi Paolo Rossi, autore di una tripletta, che il [[30 aprile]] precedente aveva finito di scontare la squalifica biennale ed era stato subito richiamato da Bearzot in quanto pedina imprescindibile del suo gioco. La semifinale contro la Polonia priva di [[Zbigniew Boniek|Boniek]] fu poco più che una formalità (due goal di Rossi e azzurri in finale), dopodiché, dodici anni dopo l’Azteca, Italia e [[nazionale di calcio tedesca|Germania Ovest]] si incrociavano di nuovo in un incontro a eliminazione. L’Italia era più fresca, ma quando Cabrini sbagliò un rigore nel primo tempo molti sudarono freddo. Ma la Germania Ovest non poteva più reggere, e nel secondo tempo crollò sotto i colpi di Rossi (57’), Tardelli (69’), Altobelli (81’), prima che lo studioso marxista [[Paul Breitner|Breitner]] vedesse premiata la sua buona volontà e realizzasse il punto dell’onore tedesco. 3-1 per l’Italia e quella sera dell’[[11 luglio]] [[1982]], nello stadio [[Santiago Bernabéu (stadio)|Santiago Bernabéu]] di [[Madrid]], di fronte all’allora [[Presidente della Repubblica]] [[Sandro Pertini]], gli Azzurri diventarono campioni del mondo dopo 44 anni dal trionfo di [[Parigi]]. Visti i pronostici dei giornalisti clamorosamente smentiti, da quel giorno in avanti - e fino ai giorni nostri - nessuno osò più vaticinare sventura sulle sorti azzurre pena il rischio di pubblico svergognamento.