Blaise Pascal: differenze tra le versioni
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Un punto molto importante della filosofia pascaliana è la critica al ''divertissement'', cioè il ''divertimento'', inteso da lui nel senso originale di ''deviazione'' e ''allontanamento'' (dal latino ''devertere'', cioè ''deviare'', ''allontanarsi''). Tale divertimento non è dunque la festa o il gioco, ma è ogni azione ed attività che conduce l'uomo "lontano" dal pensare a se stesso e dal considerare la propria interiorità.<ref>Ernesto Riva, ''Manuale di filosofia. Dalle origini a oggi'', ed.Lulu.com p.153 e sgg.</ref>
Egli scrive infatti:{{quote|[...] ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. [...] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n'è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e cosí miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 139}}Il divertimento, per Pascal, è dunque la peggiore e la più vasta piaga del mondo, in quanto ogni uomo cerca di "distrarsi" dalla propria condizione ''debole, mortale e cosí miserabile'', per questo si disperde in infinite attività che lo illudono e, al contempo, si impegna egli stesso ad illudere gli altri. L'uomo è sempre in movimento, ma, se si ferma, sente il nulla; ma stare sempre in movimento è dannoso, poiché l'uomo è vero solo nella ''stasi''; lo ''stare tranquillo in una camera'' non sarebbe dunque la causa dell'infelicità, ma solo la rivelazione di tale infelicità, che in realtà è sempre presente. Quindi, per la vita di un cristiano, dice Pascal, il ''divertissement'' è una cosa ignobile e assai pericolosa, in quanto solo nella meditazione (una sorta di ''otium'' latino) l'uomo può, riconoscendo la propria miseria, accostarsi a Dio Gesù attraverso la preghiera ed il pensiero. In altri suoi pensieri, poi, dice:{{quote|Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 168}} {{quote|L'unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore tra le nostre miserie.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 171}}Il divertimento è la nostra più grande miseria poiché, per Pascal, ci distoglie dalla nostra unica dignità e ricchezza, cioè il pensiero, con l'illusione della dignità stessa (cioè lo svago). Infatti, l'uomo non ha dignità se non nel riconoscere che è senza dignità, e questo lo rende più di una ''bestia'', anche se egli continua ad esser meno di un ''angelo''. Nel divertimento non ci si può dunque accostare a Dio, perché tale accostamento dev'essere l'umiliazione
(e quindi il riconoscimento) di
[[File:Blaise Pascal 1423.jpg|thumb|Ritratto]]
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