Fiero l'occhio svelto il passo: differenze tra le versioni
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| Cambia la puntina || Delle musiche e dei balli dei giovanotti d'allora.
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| Il bengala || Il bombardamento delle città durante la guerra è stata una delle esperienze più traumatiche per chi nella prima metà degli [[anni 1940|anni quaranta]] aveva una quindicina d'anni o poco più. "''A quasi 40 anni di distanza''" - scrivono gli autori del libro - "''è rimasto ancora, dimenticato, qualche muro butterato di schegge e qualche edificio semidistrutto, cose che non han più tempo: il [[silos (struttura)|silos]] diroccato del Consorzio Agrario è parificato ai ruderi del [[torrione]] [[medioevo|medioevale]]''".
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| La macchia sul muro || La macchia sul muro era quella dovuto al cambio di quadro (e relativo formato) nel muro alle spalle della [[cattedra]] nelle aule scolastiche. Nel tempo si avvicendarono quelli di [[Vittorio Emanuele III]], [[Benito Mussolini]], [[Pietro Badoglio]], [[Umberto II di Savoia]], [[Enrico De Nicola]]. "''Negli intervalli, restavano sul muro due riquadri più chiari, dove noi, ormai cresciuti, mettevamo idealmente chi ci pareva: da [[Valerio Borghese]] a [[Pietro Nenni]] a [[Stalin|Baffone]].''"
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