Giovanni Passannante: differenze tra le versioni
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Si registrarono sommosse in tutta la nazione, a cui si era tentato di fare fronte con un'opera di repressione. Vi furono scontri con le forze dell'ordine in città come [[Bologna]], [[Genova]], [[Pesaro]] e molte persone vennero arrestate al solo elogio verso l'attentatore o alla sola denigrazione nei confronti del re, come accadde a [[Torino]],<ref>"''Viene arrestato un prete sorpreso - per le vie dell'ex capitale d'Italia - mentre bestemmiava e ingiuriava Umberto I e l'Italia''". {{cita|Galzerano|p. 227}}</ref> [[Città di Castello]],<ref>"''É arrestato Annibale Cancellieri per aver gridato, in faccia ai carabinieri «Viva Passannante!» e al pretore disse di essere lui Passannante''". {{cita|Galzerano|p. 228-229}}</ref> [[Milano]],<ref>"''Gaetano Sacchi, per le vie di Milano, grida: «Viva la Repubblica!», al quale «aggiunge un altro molto brutto; "Viva Passannante!"». É arrestato.''" {{cita|Galzerano|p. 234}}</ref> [[Guglionesi]],<ref>"''Vengono arrestati alcuni cittadini che hanno fatto il giro del paese con una bandiera rossa gridando: «Viva Passannante! Viva la Repubblica! Morte al re!».''" {{cita|Galzerano|p. 235}}</ref> [[La Spezia]]<ref>"''Sei persone, sorprese a gridare «Viva la Repubblica! Viva Passannante», vengono arrestate.''" {{cita|Galzerano|p. 236}}</ref> e [[Bologna]].<ref>"''Vengono arrestati due cittadini: uno ha gridato: «Morte a Umberto I!» e l'altro: «Viva la pagnotta! Viva la Rivoluzione! Abbasso la monarchia!».''" {{cita|Galzerano|p. 238}}</ref>
Il poeta [[Giovanni Pascoli]], intervenendo in una riunione di aderenti ad ambienti [[Socialismo|socialisti]] a [[Bologna]], diede pubblica lettura di una sua ''Ode a Passannante''. Di tale componimento si conosce solo il contenuto dei versi conclusivi, di cui è stata tramandata la parafrasi: «Con la berretta del cuoco faremo una bandiera»<ref>{{cita|Galzerano|p. 270}}</ref> (un'altra versione è «Con la berretta d'un cuoco faremo una bandiera»).<ref>Domenico Bulferetti, ''Giovanni Pascoli. L'uomo, il maestro, il poeta'', Milano, Libreria Editrice Milanese, 1914, p. 57.</ref> Subito dopo la lettura, Pascoli distrusse l'ode; in seguito fu arrestato per aver manifestato a favore degli anarchici che erano stati a loro volta tratti in arresto per i disordini generati dalla condanna di Passannante. Durante il loro processo, il poeta urlò: «Se questi sono i malfattori, evviva i malfattori!».<ref>{{cita|Grimaldi|p. 146}}</ref>
Pochi giorni dopo il tentato regicidio, in Parlamento la condanna dell'attentato fu unanime ma il governo Cairoli fu attaccato dalla destra e da una parte della sinistra, con l'accusa di incapacità nel tutelare l'ordine pubblico e di eccessiva tolleranza nei confronti delle associazioni internazionaliste e repubblicane.<ref>{{cita|Galzerano|p. 171}}</ref> L'[[11 dicembre]] [[1878]], il ministro [[Guido Baccelli]] presentò una mozione di fiducia al governo, che fu respinta con 263 voti contrari, 189 favorevoli e 5 astenuti, costringendo Cairoli a rassegnare le dimissioni.<ref>[[Giorgio Candeloro]], ''Storia dell'Italia moderna'', Feltrinelli, 1986, p.142</ref>
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