Primo Impero francese: differenze tra le versioni

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|nomeCorrente = Primo impero francese
|nomeCompleto = Impero francese
|nomeUfficiale = ''Empire français''<ref>Ufficialmente ''République française'' fino al 1808.</ref>
|portale =
|linkStemma =Imperial Coat of Arms of France (1804-1815).svg
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}}
{{Storia della Francia}}
[[File:Ingres, Napoleon on his Imperial throne.jpg|thumb|right|200px|Napoleone Imperatore]]
Il '''Primo Impero''' fu instaurato in [[Francia]] da [[Napoleone Bonaparte]] per sostituire il [[Consolato (Francia)|Consolato]]. Ebbe inizio il [[18 maggio]] [[1804]], quando un [[senatoconsulto]]<ref>Dal latino ''senatusconsultum'', "parere del senato", era una deliberazione del [[Senato romano]] su un tema di politica statale; durante il Consolato, il Primo ed il [[Secondo Impero francese|Secondo Impero]], assunse questo nome un atto votato dal [[Sénat conservateur|Senato]] avente forza di legge. I senatoconsulti ''organici'' potevano modificare la Costituzione, quelli ''semplici'' regolavano l'attività ordinaria.</ref> proclamò Bonaparte «[[Imperatore]] dei [[Francia|Francesi]]» (''Empereur des Français'') e terminò nell'aprile [[1814]] con l'[[abdicazione]] di Napoleone e l'[[esilio]] sull'[[isola d'Elba]].
 
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== L'apogeo dell'Impero ==
=== La conquista dell'Europa ===
[[File:Ingres, Napoleon on his Imperial throne.jpg|thumb|left|200px|Napoleone Imperatore]]

[[File:Europe map Napoleon 1811.png|left|thumb|200px|L'europa di Napoleone nel [[1812]]. Il Primo Impero in senso stretto è colorato in blu, mentre il "Grande Impero"<ref>{{en}}[http://www.britannica.com/eb/article-40426 ''The Grand Empire'' (Britannica)]</ref> (in azzurro) comprende i suoi alleati e le terre sotto il controllo dell'armata napoleonica]]
 
Con il [[Trattato di Tilsit]] del [[1807]], Napoleone e lo zar [[Alessandro I di Russia]] giunsero a una pace e a un'informale spartizione dell'Europa: la parte occidentale e centrale nell'orbita francese, quella orientale nell'orbita russa. Restava ancora una spina nel fianco del poderoso Impero napoleonico, l'[[Inghilterra]]. Falliti i tentativi di invasione del suolo britannico in seguito alla sconfitta francese nella [[battaglia di Trafalgar]], l'imperatore decretò un [[embargo|blocco economico e commerciale]] che impose a tutti i porti d'Europa, sia a quelli alleati che a quelli fino ad allora rimasti neutrali, per impedire ogni scambio con [[Londra]] e le sue colonie. Al contempo Napoleone, sempre meno favorevole al potere temporale del papa, avviò una nuova invasione dell'Italia che portò alla conquista delle [[Marche]] e della [[Toscana]] (annesse direttamente all'Impero) e alla cattura di [[papa Pio VII|Pio VII]]: in questo modo i domini francesi del Regno d'Italia si congiungevano senza soluzione di continuità con quelli dell'Italia centrale e del Regno di Napoli. La penisola italiana passò sotto il completo controllo napoleonico.
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=== La struttura politica, amministrativa ed economica ===
[[File:Dep-fr-it.svg|left|thumb|400px|La suddivisione dell'Impero in dipartimenti]]
[[File:Dep-fr-it.svg|thumb|400px|La suddivisione dell'Impero in dipartimenti]]Secondo lo storico [[Georges Lefebvre]], nel [[1812]] - all'apogeo della sua potenza - il Primo Impero francese vantava un'estensione di circa 750.000 chilometri quadrati, popolati da 44 milioni di abitanti e divisi in 130 dipartimenti. Di questi, 102 appartenevano alla Francia storica; gli altri territori annessi all'Impero (e del quale erano parte integrante) sono l'[[Olanda]], i Paesi tedeschi sul [[Mare del Nord]], il [[Piemonte]], la [[Liguria]], [[Parma]], la [[Toscana]], la parte occidentale dello [[Stato pontificio]] e, non incluse nominalmente nei 130 dipartimenti, le [[Province Illiriche]]. A ciò si aggiungeva il cosiddetto ''Grande Impero'' costituito dagli Stati satelliti come il [[Regno di Napoli]], quello di Spagna, la [[Confederazione del Reno]]. L'amministrazione dell'Impero era apparentemente complessa: solo i dipartimenti propriamente francesi erano governati dal sistema politico di Parigi, mentre gli altri erano controllati da governatori e inviati imperiali. In realtà a capo di tutto c'era solo Napoleone. A lui spettava il [[potere esecutivo]], ma deteneva anche quello [[potere legislativo|legislativo]]: aveva infatti l'esclusivo potere di proporre le leggi insieme al Consiglio di Stato (un consesso di funzionari amministrativi) da lui nominato e presieduto. Tali leggi venivano poi presentate al [[Tribunato]], un organo di cento membri che poteva solo approvarle o respingerle e di qui al Corpo legislativo, formato da trecento deputati teoricamente eletti sulla base di liste circoscrizionali (che però non furono mai compilate). Al Corpo legislativo si affiancava infine il Senato, che era però una diretta emanazione di Napoleone, essendone i membri da lui direttamente nominati. Infine, Napoleone controllava anche la [[magistratura]], avendo il potere di nomina dei [[giudice|giudici]]. Questo sistema, che s'impose con la Costituzione dell'anno VIII voluta principalmente da Sieyès, non durò a lungo: già nel [[1802]] il Tribunato fu ridotto a cinquanta membri e perse, insieme al Corpo legislativo, la prerogativa di ratificare i trattati di politica estera. Nel [[1807]], infine, l'organo venne soppresso e si fuse con il Corpo legislativo. Quest'ultimo non mise mai in discussione le leggi di Napoleone, di fatto approvandole sempre tutte (benché a porte chiuse) e quando, nel [[1813]], approfittò della debolezza dell'imperatore per riacquistare autonomia, Napoleone lo sciolse. In definitiva, l'imperatore governava attraverso [[senatoconsulto|senatoconsulti]] e decreti imperiali.
 
[[File:Dep-fr-it.svg|thumb|400px|La suddivisione dell'Impero in dipartimenti]]Secondo lo storico [[Georges Lefebvre]], nel [[1812]] - all'apogeo della sua potenza - il Primo Impero francese vantava un'estensione di circa 750.000 chilometri quadrati, popolati da 44 milioni di abitanti e divisi in 130 dipartimenti. Di questi, 102 appartenevano alla Francia storica; gli altri territori annessi all'Impero (e del quale erano parte integrante) sono l'[[Olanda]], i Paesi tedeschi sul [[Mare del Nord]], il [[Piemonte]], la [[Liguria]], [[Parma]], la [[Toscana]], la parte occidentale dello [[Stato pontificio]] e, non incluse nominalmente nei 130 dipartimenti, le [[Province Illiriche]]. A ciò si aggiungeva il cosiddetto ''Grande Impero'' costituito dagli Stati satelliti come il [[Regno di Napoli]], quello di Spagna, la [[Confederazione del Reno]]. L'amministrazione dell'Impero era apparentemente complessa: solo i dipartimenti propriamente francesi erano governati dal sistema politico di Parigi, mentre gli altri erano controllati da governatori e inviati imperiali. In realtà a capo di tutto c'era solo Napoleone. A lui spettava il [[potere esecutivo]], ma deteneva anche quello [[potere legislativo|legislativo]]: aveva infatti l'esclusivo potere di proporre le leggi insieme al Consiglio di Stato (un consesso di funzionari amministrativi) da lui nominato e presieduto. Tali leggi venivano poi presentate al [[Tribunato]], un organo di cento membri che poteva solo approvarle o respingerle e di qui al Corpo legislativo, formato da trecento deputati teoricamente eletti sulla base di liste circoscrizionali (che però non furono mai compilate). Al Corpo legislativo si affiancava infine il Senato, che era però una diretta emanazione di Napoleone, essendone i membri da lui direttamente nominati. Infine, Napoleone controllava anche la [[magistratura]], avendo il potere di nomina dei [[giudice|giudici]]. Questo sistema, che s'impose con la Costituzione dell'anno VIII voluta principalmente da Sieyès, non durò a lungo: già nel [[1802]] il Tribunato fu ridotto a cinquanta membri e perse, insieme al Corpo legislativo, la prerogativa di ratificare i trattati di politica estera. Nel [[1807]], infine, l'organo venne soppresso e si fuse con il Corpo legislativo. Quest'ultimo non mise mai in discussione le leggi di Napoleone, di fatto approvandole sempre tutte (benché a porte chiuse) e quando, nel [[1813]], approfittò della debolezza dell'imperatore per riacquistare autonomia, Napoleone lo sciolse. In definitiva, l'imperatore governava attraverso [[senatoconsulto|senatoconsulti]] e decreti imperiali.
 
A livello amministrativo, l'accentramento fu più rigido anche rispetto a quello rivoluzionario ma perfezionato attraverso un sistema di frazionamento della Francia in province amministrate dai prefetti. Tali funzionari, nominati dal governo centrale, non godevano di ampi margini di autonomia, dovendo mantenersi continuamente in corrispondenza con i ministri. Tuttavia, a causa dei canali di comunicazione difficoltosi, i prefetti potevano spesso svincolarsi dalle direttive ministeriali. A tale proposito, Napoleone riprese l'abitudine tipica del governo del [[Comitato di salute pubblica]] di inviare dei commissari straordinari nelle province per ottenere informazioni di prima mano. Riguardo al controllo poliziesco, il sistema napoleonico era reso efficientissimo dall'azione instancabile dei ministri della polizia Fouché prima e Lavalette poi. Nel [[1810]] vennero reintrodotte le prigioni di Stato, che tuttavia si limitavano a ospitare un numero molto ristretto di [[dissidente|dissidenti]], insieme ai [[manicomio|manicomi]]. Nel [[1814]], all'apice del controllo poliziesco causato dall'imminente caduta dell'Impero, i prigionieri di Stato erano circa 2500. Pur convinto della necessità di ridurre ogni forma di [[opposizione]] (anche attraverso la [[censura]] [[giornalismo|giornalistica]]), Napoleone non commise gli errori di [[Robespierre]] durante il Terrore e si limitò a perseguire pochi intellettuali o esponenti politici pericolosi, ignorando la massa. Su questo piano il sistema giudiziario manteneva un'assoluta imparzialità, anche attraverso le giurie popolari, garantendo il massimo rispetto del principio ultimo del Primo Impero: ''egalité'', [[uguaglianza]] di tutti davanti alla legge.