Massacro di Rechnitz: differenze tra le versioni

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Nella primavera del [[1945]], quando per la Germania la guerra era oramai persa e le truppe russe erano oramai a 15 chilometri da Rechnitz, Margit von Batthyány organizzò un ricevimento nel castello, invitando trenta-quaranta persone tra cui importanti personalità del [[NSDAP|partito nazista]] locale, delle SS, della [[Gestapo]] e della [[Gioventù hitleriana]]. La festa fu accompagnata da ampie libagioni e durò fino all'alba.
 
Per offrire agli ospiti un "diversivo", intorno a mezzanotte duecento ebrei in stato di denutrizione e valutati come inabili al lavoro vennero caricati su camion e condotti al Kreuzstadel, un fienile raggiungibile a piedi dal castello. [[Franz Podezin]], un membro della Gestapo e del partito nazista locale, riunì in una stanza del castello una quindicina di ospiti e, dopo aver consegnato loro armi e munizioni, li invitò a "uccidere un paio di ebrei".
 
Le vittime predestinate furono obbligate a svestirsi prima di essere uccise dagli ospiti ubriachi della festa, che poi tornarono al castello e proseguirono i festeggiamenti fino all'alba. All'indomani alcuni di loro si sarebbero addirittura vantati delle loro atrocità, mentre le salme vennero interrate da quindici prigionieri ebrei che erano stati risparmiati esclusivamente per questo lavoro. Questi ultimi furono poi condotti al mattatoio comunale, dove vennero uccisi da Podezin e Joachim Oldenburg, un membro locale del partito nazista.