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Intorno al [[V secolo]] l'onciale cominciò a divenire un tipo di scrittura più manierata ed ornata, i [[tratto ascendente|tratti ascendenti]] e [[tratto discendente|discendenti]] furono i primi a subire delle alterazioni, seguiti dal corpo centrale che venne reso più "spesso". La scrittura onciale venne usata fino all'inizio del [[IX secolo]], quando la [[minuscola carolina]] cominciò a sostituirla. Tra l'[[VIII secolo|VIII]] e il [[XIII secolo]] fu soprattutto impiegata per scrivere i titoli dei libri, dei capitoli o dei paragrafi, come si fa attualmente con le lettere maiuscole; nei manoscritti tale scrittura venne usata insieme alla [[minuscola carolina]] o alla [[scrittura gotica]], due grafie che hanno preso dall'onciale la forma di alcune lettere come la ''d'' o la ''a''.
 
Benché dopo l'età dell'oro sia stata destinata solo a scopo ornamentale, l'onciale fu talvolta utilizzata anche in periodi successivi per scrivere l'intero contenuto di codici, in particolare per edizioni della [[Bibbia]]; solo con la [[stampa]] si assistette alla definitiva scomparsa dell'onciale, che fu tuttavia ancora impiegata dai [[calligrafia|calligrafi]]. Attualmente sopravvivono circa 500 manoscritti in onciale, la maggior parte dei quali si può trovare tra le opere precedenti la [[Carolingi|rinascita carolingia]]. Alcuni di questi manoscritti sono ritenuti particolarmente preziosi.
 
È da notare che la scrittura chiamata [[semionciale]] non deriva dall'onciale ma dalla nuova corsiva romana e che le scritture nazionali che vennero sviluppate dopo la caduta dell'[[Impero romano]] ([[Scrittura beneventana|lombarda]], [[Scrittura visigotica|visigotica]], [[Scrittura merovingica|merovingia]], [[scrittura insulare|insulare]] ecc.) discendono principalmente da questa nuova corsiva o dalla semionciale per le [[Scrittura insulare|scritture insulari]] (irlandese e anglosassone).