Rivoluzione egiziana del 2011: differenze tra le versioni
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|nazione = EGY
|luogo = [[Il Cairo]], [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], [[Suez]] e altri centri
|motivazione = richiesta di riforme costituzionali e di cambiamento del regime politico, forte malessere della popolazione giovanile, [[corruzione]], [[povertà]], [[fame]], demografiche fattori strutturali<ref>[[Andrey Korotayev]], Julia Zinkina. [http://cliodynamics.ru/index.php?option=com_content&task=view&id=276&Itemid=70 Egyptian Revolution: A Demographic Structural Analysis. ''Entelequia. Revista Interdisciplinar'' 13 (2011): 139-165.]
|data = [[17 gennaio]] [[2011]] - in corso
|obiettivo = dimissioni di [[Hosni Mubarak]] e cambiamento del regime politico in senso [[Democrazia|democratico]]
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|accesso = 29-1-2011
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}}
L'esponente dell'[[opposizione]] egiziana più noto al di fuori del paese, [[Muhammad al-Barade'i]], intanto fa il suo ritorno in Egitto e annuncia di voler sostenere la protesta e di essere pronto a guidare la transizione dopo la caduta di Mubārak se il popolo gli darà il consenso.<ref>
{{Cita news
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}}
Mubārak aveva inoltre affermato di aver chiesto al governo di dimettersi, con la promessa dell'incarico per l'indomani a un nuovo esecutivo.<ref>{{Cita news
|lingua =
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|accesso = 11-02-2011
|cid =
}}</ref> Dopo che i militari avevano dichiarato, alcune ore prima che Mubarak sostenesse la non intenzione di dimettersi, che avrebbero appoggiato le domande del popolo, alimentando i timori in un [[golpe]] e la speranza nei manifestanti di un approssimarsi della fine del regime, l'[[11 febbraio]] nel "comunicato n. 2" le Forze Armate egiziane assicurano che garantiranno "il pacifico passaggio dei poteri" ed "elezioni libere".<ref name=discomubarim /><ref>{{Cita news
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}}</ref
=== Mubarak rassegna le dimissioni ===
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== Reazioni e conseguenze sul piano internazionale ==
[[File:2010-2011 Arab world protests.svg|thumb|Conseguenze dei moti di protesta in [[Nordafrica]] e [[Vicino Oriente]] del [[2011]]: <br />{{legend|#000000|Allontanamento del capo di stato}} {{legend|#0080FF|Cambiamento del primo ministro}} {{legend|#964040|Sommosse}} {{legend|#FF6600|Proteste maggiori}} {{legend|#bb9900|Proteste minori}} {{legend|#606060|Qualche incidente}} '''Paesi non arabi:''' {{legend|#000060|Proteste collegate}} {{legend|#B9B9B9|Assenza di incidenti}}]]<!--per l'immagine libération mette stat o di crisi in libia, yémen, bahrein: http://labs.liberation.fr/organograms/monde-infographie-2011-fev-23-regimes-autoritaires-mediterranee -->
Le paure di un epilogo violento del regime del rais hanno indotto la comunità internazionale, quantomeno all'inizio della rivolta, ad avere atteggiamenti di fiducia verso il presidente. Il segretario di stato degli USA Clinton il primo giorno di rivolta non si è sbilanciato, affermando la stabilità del governo egiziano, alleato di ferro del Paese e destinatario, secondo alcuni calcoli, di sessanta miliardi di dollari, o poco meno, dal [[1982]].<ref name=dollalleaferro>{{Cita news|lingua =|autore =Roberto Bongiorni|url =http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-30/fiume-dollari-alleato-ferro-081220_PRN.shtml|titolo= Un fiume di dollari all'alleato di ferro |pubblicazione = Il sole 24 ore|giorno = 31|mese = 01|anno = 2011|pagina = |accesso = 11-02-2011|cid =}}</ref> L'amministrazione Obama, non esprimendo una linea decisa sin dall'inizio degli eventi, ha mostrato segnali di confusione e debolezza, causati, secondo alcuni, da una assenza di referenti politici fidati nella regione mediorientale al di là dei governi dittatoriali da loro stessi fiancheggiati e sempre più privati del consenso popolare.<ref>{{Cita news|lingua =|autore =Mattia Toaldo|url =http://temi.repubblica.it/limes/il-dittatore-se-ne-andato-e-ora/20173|titolo= Il dittatore se n’è andato. E ora? |pubblicazione = Limes|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|pagina = |accesso = 12-02-2011|cid =}}</ref> Proprio l'incompatibilità crescente tra un mondo in trasformazione e delle figure di governo ormai inadatte, privilegiate negli anni nello scacchiere mondiale dalla logica della stabilità, costituiscono il luogo di una analisi più approfondita per la politica estera statunitense a proposito dello scenario mediorientale.{{
I tradizionali sostenitori del governo egiziano, a partire da Stati Uniti, Italia, Francia e Germania, hanno intravisto nella caduta del potere di Hosni Mubarak, cardine degli equilibri politici del Nordafrica negli ultimi decenni, il pericolo di una forte destabilizzazione per l'intero quadro politico [[Vicino Oriente|vicino-orientale]].<ref name=timcominter /> L'Egitto di Mubarak, dal punto di vista dell'amministrazione americana, è considerato un caposaldo dello status quo della regione. La pace, ancorché asettica, tra Egitto e Israele rimane l'asse portante del quadro politico modellato dagli stati occidentali.<ref name=egitrastaquo>{{Cita news
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q=Sommosse popolari in Egitto del 2011|n=Categoria:Sommosse popolari in Egitto del 2011|commons=Category:2011 Egyptian protests}}
== Collegamenti esterni ==▼
* [http://rivoluzionando.wordpress.com/ Blog day by day dal territorio egiziano]▼
{{Proteste in Nord Africa e Medio Oriente del 2010-2011}}▼
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[[ar:ثورة 25 يناير]]
[[arz:ثورة 25 يناير]]
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