Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini: differenze tra le versioni

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La scuola divenne inoltre editrice di una serie di quaderni che affrontavano svariat problematiche e a partire dal [[1937]], sempre per iniziativa di Giani, fu creata nell'ambito della scuola la rivista, ''[[Dottrina fascista]]'', che vi pubblicò nel [[1939]] il "Decalogo dell'italiano nuovo", tratto dagli scritti e discorsi di Arnaldo Mussolini <ref>Aldo Grandi, ''Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista'', cit., pag.34</ref>.
 
LaNel 1939, con una cerimonia presieduta dal segretario del PNF [[Achille Starace]] la sede ufficiale si spostò successivamente nel medesimo edificio che ospitò ai suoi inizi il giornale ''[[Il Popolo d'Italia]]'', chiamato "il Covo". Nel [[1940]], in occasione del decennale dalla fondazione, fu tenuto un convegno che vide oltre 500 partecipanti ed ebbe l’adesione della maggior parte degli intellettuali italiani fascisti dell’epoca, compresi rettori e docenti universitari. Julius Evola fu tra i sostenitori di questa iniziativa per le possibilità che essa avrebbe potuto offrire nella creazione di un’élite ispirata ai valori tradizionali da lui propugnati.
 
Dopo l'entrata dell'[[Italia]] nella [[seconda guerra mondiale]] il [[10 giugno]], voluta da Mussolini, la Scuola fu affidata al reggente [[Salvatore Atzeni]], <ref>Aldo Grandi, ''Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista'', cit. pag. 150 </ref>e l’attività venne sospesa, in quanto gran parte dei dirigenti era partita volontaria su impulso dello stesso Giani. Nella guerra caddero lo stesso Giani nel [[1941]] e altri docenti, come Guido Pallotta e Berto Ricci. Nel [[1943]] la scuola cessò definitivamente la propria attività.