Religiose di Nostra Signora di Sion: differenze tra le versioni

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L'istituto ricevette il pontificio [[decretum laudis|decreto di lode]] l'[[8 settembre]] [[1863]] e venne approvato definitivamente dalla [[Santa Sede]] il [[14 dicembre]] [[1874]].<ref name="DIP"/>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], all'indomani della retata al [[ghetto di Roma]] e fino alla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]], la casa generalizia della congregazione in via Garibaldi apre le porte a 187 ebrei romani, salvandoli dalle deportazione. È numericamente il più alto contributo dato ada un istituto religioso femminile romano alle operazioni di assistenza agli ebrei perseguitati.<ref>R. De Felice, ''op. cit.''</ref>
 
Iniziò così per la Congregazione un cammino di riflessione che la portò a essere in prima fila nel nascente [[dialogo ebraico-cristiano]]. Ricorda suor Marie-Dominique Gros:{{quote|Fu a partire dagli orrori della Shoà che scoprimmo che, mentre chiedevamo a Dio di perdonare gli ebrei per la loro infedeltà, questi morivano nei campi di sterminio, vittime proprio della loro fedeltà. Chi erano in realtà gli infedeli? Non eravamo forse noi, i cristiani, che per i nostri pregiudizi e la nostra mancanza di conoscenza, spesso il nostro disprezzo, abbiamo lasciato che si giungesse a un tale abominio?|Marie-Dominique Gros, "La congrégaton Notre-Dame de Sion avant et après le Concile Vatican II", ''Sens'' 9/10 [2002], p. 489.}}