Blaise Pascal: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
replaced: a se → a sé (2), di se → di sé , si i → s'i (2), ,n → , n, i 3 → i tre using AWB |
|||
Riga 21:
== Biografia ==
Nato a [[Clermont-Ferrand]], nell'[[Auvergne]], Pascal perse la madre, Antoinette Begon, all'età di
Un giorno, mentre frequentava ancora l'università, Pascal arrivò in ritardo ad una lezione e vide alla lavagna i testi di tre problemi scritti dal professore. Egli, ritenendo che si trattasse di esercizi da risolvere autonomamente, li ricopiò diligentemente senza però sapere che si trattava dei testi di tre famosi dilemmi matematici considerati fino a quel momento "irrisolti", e che il professore aveva illustrato poco prima del suo arrivo. Il giorno dopo, Pascal andò dal professore dicendogli: "Scusi professore, uno dei tre esercizi che ci ha assegnato ieri non mi è riuscito!" (in Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gioacchino Lanza Tomasi, Nicoletta Polo, ''Opere'', Mondadori, 1995 p. 1536)</ref> e della [[fisica]], tanto che fu ammesso alle riunioni scientifiche del circolo intorno a [[Marin Mersenne]], che era in corrispondenza con i più grandi ricercatori del tempo, tra cui [[Girard Desargues]], [[Galileo Galilei]], [[Pierre de Fermat]], [[René Descartes]] ed [[Evangelista Torricelli]].<ref name=Pensieri7>{{Cita|Pensieri|p. 7}}</ref>
Riga 29:
[[File:Port-royal gravure.jpg|250px|thumb|L'abbazia di Port-Royal des Champs]]
A seguito di un incidente avvenuto nel [[1654]] sul ponte di Neuilly, nel quale i cavalli finirono oltre il parapetto ma la carrozza si salvò miracolosamente, Pascal abbandonò definitivamente lo studio della [[matematica]] e della [[fisica]] per dedicarsi alla [[filosofia]] e alla [[teologia]].
Il [[23 gennaio]] [[1656]] pubblicò le sue prime lettere, con lo pseudonimo di ''Louis de Montalte'', scritte da un provinciale ad uno dei suoi amici, sulle dispute della Sorbona. A queste seguirono altre 17 lettere (l'ultima è datata [[24 marzo]] [[1657]]). Nel [[1660]], il re [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ordinò però la distruzione delle ''[[Lettere provinciali]]'' di Pascal, scritte in difesa del giansenista [[Antoine Arnauld]].
Riga 43:
== Il pensiero scientifico ==
=== Il triangolo, i fluidi, la probabilità, le invenzioni ===
[[File:
Tra i suoi apporti matematici vi è il [[triangolo di Pascal]] (noto in [[Italia]] come ''[[Triangolo di Tartaglia]]''), che è un modo di presentare i [[coefficiente binomiale|coefficienti binomiali]], e porta appunto il suo nome, anche se i matematici conoscevano tali coefficienti già da tempo.
Inoltre, il suo notevole contributo nello studio dei fluidi ([[fluidodinamica|idrodinamica]] e [[idrostatica]]); in particolare
Pascal è anche considerato uno dei precursori dell'[[informatica]] poiché, appena diciottenne, progettò e costruì circa cinquanta esemplari di un [[Calcolo meccanico|calcolatore meccanico]], detto [[Pascalina]], capace di eseguire addizioni e sottrazioni (alcuni di questi esemplari originali sono stati conservati fino ad oggi, come quello al [[Zwinger (Dresda)|Museo Zwinger]] di [[Dresda]]). <ref> AA. VV., ''L'autorità della ragione nel Pascal scienziato'', in ''L'incerto potere della ragione'', a cura di G. Pezzino, Catania, CUECM, 2005, pp. 109-138.</ref> ▼
▲Pascal è anche considerato uno dei precursori dell'[[informatica]] poiché, appena diciottenne, progettò e costruì circa cinquanta esemplari di un [[Calcolo meccanico|calcolatore meccanico]], detto [[Pascalina]], capace di eseguire addizioni e sottrazioni (alcuni di questi esemplari originali sono stati conservati fino ad oggi, come quello al [[Zwinger (Dresda)|Museo Zwinger]] di [[Dresda]]).
=== Il Teorema di Pascal ===
Riga 57 ⟶ 56:
Un altro suo importante apporto alla matematica è il [[Teorema di Pascal]], che è uno dei teoremi-base della [[Sezione conica|teoria delle coniche]]. Premesso che sei punti ordinati A1, A2, A3, A4, A5, A6 di una conica individuano un [[esagono]] inscritto in essa, il teorema di Pascal fornisce una condizione grafica caratteristica affinché un dato esagono sia inscrivibile in una conica.
Poiché una conica è individuata da 5 suoi punti, tale teorema fornisce una condizione affinché un sesto vertice dell'esagono appartenga alla conica individuata dagli altri 5 vertici di tale poligono. La condizione è la seguente: siano A1, A2, A3, A4, A5, A6 sei punti dati ordinatamente nel piano e siano B1, B2, B3 i punti comuni, rispettivamente, alle rette A1-A2 e A4-A5, alle rette A2-A3 e A5-A6, alle rette A3-A4 e A6-A1; i sei punti appartengono ad una conica se, e soltanto se, i tre punti B1, B2, B3 appartengono ad una retta, che è chiamata ''[[retta di Pascal]]''. Il caso particolare in cui i sei punti sono contenuti in una ''conica degenere'', cioè l'unione di due rette, si traduce nel [[teorema di Pappo-Pascal]].
ed. Albrighi, Segati e c., 1919, p.221</ref>
Riga 75 ⟶ 74:
==== Il ''divertissement'' ====
Un punto molto importante della filosofia pascaliana è la critica al ''divertissement'', cioè il ''divertimento'', inteso da lui nel senso originale di ''deviazione'' e ''allontanamento'' (dal latino ''devertere'', cioè ''deviare'', ''allontanarsi''). Tale divertimento non è dunque la festa o il gioco, ma è ogni azione ed attività che conduce l'uomo "lontano" dal pensare a
Egli scrive infatti:{{quote|[...] ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. [...] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n'è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e cosí miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 139}}Il divertimento, per Pascal, è dunque la peggiore e la più vasta piaga del mondo, in quanto ogni uomo cerca di "distrarsi" dalla propria condizione ''debole, mortale e cosí miserabile'', per questo si disperde in infinite attività che lo illudono e, al contempo,
(e quindi il riconoscimento) di
[[File:Blaise Pascal 1423.jpg|thumb|Ritratto]]
=== La critica alla "casistica" ===
Pascal ottenne fama anche per il suo forte attacco alla "[[casistica (teologia)|casistica]]",
Pascal, nelle sue ''Lettres provinciales'' (''Lettere provinciali''), denunciò la casistica come un mero utilizzo di ragionamenti vuoti e complessi per giustificare il [[lassismo]] morale dell'epoca e ridurre cosí la responsabilità etica dell'uomo di fronte a
Lo stesso [[Papa Alessandro VII]], spinto anche dalle ''Lettere provinciali'' di Pascal, condannò diverse proposizioni e tesi dei gesuiti casisti.
Riga 91 ⟶ 90:
Dunque, la miseria dell'uomo, secondo Pascal, è di essere senza Dio; la sua natura è decaduta dalla natura immortale e divina in cui era nato, a causa del [[peccato originale]]:
{{quote|Dio ha creato l'uomo con due amori, l'uno per Dio, l'altro per se stesso; ma con questa legge: che l'amore di Dio doveva essere infinito, cioè senza altro limite che Dio stesso, e l'amore di sé stesso doveva essere limitato, e riferito a Dio. L'uomo, in questa condizione, non solo si amava senza peccato, ma non poteva amarsi che senza peccato. Poi, venuto il peccato, l'uomo perdette il primo di questi due amori, ed essendo rimasto solo l'amore di sé in quella grande anima capace d'un amore infinito, l'amor proprio si è esteso e diffuso nel vuoto che l'amore di Dio ha lasciato; e così ha amato solo se stesso, e tutte le cose per se stesso, cioè infinitamente. Ecco l'origine dell'amor proprio, il quale era naturale in Adamo, e giusto nella sua innocenza; ma è diventato colpevole e smodato, in seguito al peccato.|Blaise Pascal, lettera inviata alla sorella in occasione della morte del padre, 17 ottobre 1651}}
L'uomo, abbandonato col peccato l'amore per Dio, ha nell'anima uno spazio vuoto di dimensione infinita (prima occupato dall'amore per Dio), che tenta di riempire con l'amore proprio e verso i beni terreni, che vengono quindi investiti di amore infinito che non sono in grado di soddisfare, essendo finiti. Da ciò deriva il senso di finitezza e incompletezza che, secondo Pascal, fa parte della natura umana.
Solo l'infinita pienezza del divino può riempire l'infinito vuoto dell'umano, e, tra le tante, solo la religione cristiana, secondo Pascal, ci conduce a tale idea di duplicità e di contraddizione, che è alla base delle radici dell'uomo. L'unico modo per sciogliere tale, inestricabile "nodo" è umiliarsi, rinnegando la propria natura e ponendosi di fronte a Dio passivamente, liberi dalla propria volontà per accogliere la Sua. Dunque, le dimostrazioni razionali dell'esistenza di Dio, per Pascal, sono insensate, poiché: {{quote|[...] Il Dio dei Cristiani non è un Dio semplicemente autore delle verità geometriche e dell'ordine degli elementi, come la pensavano i [[paganesimo|pagani]] e gli [[Epicuro|Epicurei]]. [...] il Dio dei Cristiani è un Dio di amore e di consolazione, è un Dio che riempie l'anima e il cuore di cui Egli s'è impossessato, è un Dio che fa internamente sentire a ognuno la propria miseria e la Sua misericordia infinita, che si unisce con l'intimo della loro anima, che la inonda di umiltà, di gioia, di confidenza, di amore, che li rende incapaci d'avere altro fine che Lui stesso. [...]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 556}}Con queste parole rimarcava la differenza fra un Dio che è pensato solamente come Architetto dell'universo, come Ente meccanico e non come Essere libero, Padre degli uomini e nostro Salvatore, che opera nella storia per amore; in Pascal vi è anche un riferimento ad un'esperienza comune ad altri filosofi (come [[Plotino]]), oltre che a religiosi, di un contatto con la divinità, di cui parlerà ampiamente. Inoltre, dopo la morte fu rinvenuto un suo scritto cucito nel suo vestito che ci documenta il suo spirito. Ecco alcune frasi:{{quote|Dio di [[Abramo]], Dio di [[Isacco]], Dio di [[Giacobbe]]. Non dei filosofi e dei dotti. Certezza. Certezza. Sentimento. Gioia. Pace. Dio di [[Gesù Cristo]]. [...]|Blaise Pascal, ''Memoriale''}}
Riga 113 ⟶ 112:
==== Esteriorità ed interiorità ====
Inoltre, per coloro che mancassero totalmente di fede, dice che, essendo gli uomini, oltre che spiriti, anche [[Automa meccanico|automi]], possono trovare ogni forza che manca nell'abitudine, compresa la fede. Dunque, afferma che coloro che non hanno fede dovrebbero comportarsi come se l'avessero, praticando riti e frequentando i [[Sacramenti]] per un certo tempo, finché alla fine, sottomessi ai dettami della fede, la fede stessa nascerà nei cuori, non perché essa sia frutto dell'abitudine, ma perché l'abitudine e l'umiltà preparano il cuore a riceverla, che è dono di Dio. Come dice lui stesso, infatti:{{quote|[...] Seguite il sistema con cui essi [i Santi] hanno cominciato: facendo tutto come se credessero, usando l'acqua benedetta, facendo celebrare messe, ecc.. Naturalmente anche questo vi farà credere e vi farà diventare come un bambino. [...]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 233}}In quest'ultima frase Pascal si riallaccia al [[Vangelo]], dove è scritto:{{quote|Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli. In verità vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non vi entrerà."|Lc, 18,16-17}}A tale proposito è utile ricordare anche la predicazione di [[San Giovanni Battista]], che cita il [[profeta]] [[Isaia]]:{{quote|[...] Preparate la via del Signore,<br />raddrizzate i suoi sentieri!<br />Ogni burrone sia riempito,<br />ogni monte e ogni colle sia abbassato;<br />i passi tortuosi siano diritti;<br />i luoghi impervi spianati.|Lc, 3,4-5}}Dunque, Pascal afferma che la sottomissione alle formalità religiose non ha valore di per sé, ma ha valore in quanto umilia i superbi, rendendoli ''come bambini'', pronti a ricevere la Grazia divina. Come dice in un suo altro pensiero:{{quote|Significa proprio essere superstizioso voler fondare la propria speranza nelle formalità; ma significa essere superbo non volersi sottomettere ad esse.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 249}}Questo concetto apologetico della religione cristiana <ref>
=== Spirito di geometria e spirito di finezza ===
|