Bisiacaria: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La storia della Bisiacaria è legata fino al [[1866]] alla [[storia del Friuli]] con cui ne divide le sorti. Così farà parte del [[Ducato del Friuli|Ducato longobardo friulano]] (568-776 d.C.), poi del [[Marca del Friuli|Marchesato franco del Friuli]] (776-952 d.C.), e dello [[Patria del Friuli|Stato Patriarchino friulano]] (1077-1420). Nel [[1420]] la [[Patria del Friuli]] verrà conquistata da [[Repubblica di Venezia|Venezia]] che ne riconoscerà sia i confini amministrativi (di cui continua a fare parte anche la Bisiacaria) che il Parlamento friulano ove continuerà a sedere un rappresentante del Comune di Monfalcone. Nel [[1797]] Napoleone pone fine alla Repubblica di Venezia e con il [[Congresso di Vienna]] del [[1815]], la Bisiacaria passa all'[[Austria]] insieme all'intero Friuli nell'ambito del [[Regno Lombardo-Veneto]]. Nel [[1866]] Il Friuli centrale e occidentale passa all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] mentre la Bisiacaria, con [[Gorizia]], continua ad essere austriaca fino alla fine della [[prima guerra mondiale]] facendo parte della [[Contea di Gorizia e Gradisca]]. Dopo il passaggio all’Italia nel [[1919]], sarà inclusa nella [[Provincia di Trieste]] (1919-1945). È tornata a far parte della [[Provincia di Gorizia]] nel secondo dopoguerra, a causa della non immediata restituzione all'Italia del Territorio di Trieste, amministrato allora da un governo militare alleato.
 
La Bisiacaria rientra tanto nella definizione di [[Friuli]] storico, tanto in quella di [[Venezia Giulia]].