Fraate III: differenze tra le versioni
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| nome =Fraate III
| titolo =Re dei [[Parti]]
| immagine = File:Coin of Phraates III of Parthia.jpg
| legenda = Moneta di Fraate III
| regno =[[70 a.C.|70]]-[[57 a.C.]]
| predecessore =[[Sanatruce]]
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|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = sovrano
|Epoca =
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}}
Veniva chiamato "il Dio" a causa delle sue monete, che venivano
==Regno==
Quando Fraate III salì al trono nel [[70 a.C.]], il generale romano [[Lucio Licinio Lucullo]] si stava accingendo a attaccare [[Tigrane il Grande]], re di [[Armenia]], che aveva strappato la [[Mesopotamia]] e alcuni stati vassalli alla [[Partia]]. Si racconta che nel [[68 a.C.]], Tigrane e Mitridate inviarono dei messaggeri al re dei [[Parti]], per sollecitarne un concreto aiuto (paventando anche future campagne dei Romani contro gli stessi, in caso di successo contro Armeni e Pontici<ref name="Dione36.1.2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 1.2.</ref>), ma Lucullo a sua volta aveva provveduto ad inviarne dei suoi (tra cui un certo [[Secilio Sestilio]], incaricato di studiarne anche la [[esercito partico|potenza militare]]), chiedendo un'alleanza con Roma o almeno di rimanere neutrale. Fraate preferì stringere con entrambi accordi segreti, decidendo poi di non aiutare nessuno di loro, sperando che nessuno si rinforzasse troppo.<ref name="AppianoMitridatiche87">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 87.</ref><ref name="Dione36.3">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 3.1-3.</ref> Secondo quanto racconta Plutarco, Lucullo si accorse del doppio gioco di Fraate (che sembra avesse promesso la sua alleanza a Tigrane, in cambio della cessione della [[Mesopotamia]]), e decise di marciare contro lo stesso, lasciando perdere per il momento Mitridate e Tigrane. Egli cercava fama e gloria in questa sua nuova impresa, che lo vedeva così impegnato contro tre importanti regni orientali contemporaneamente: [[regno del Ponto|Ponto]], [[regno d'Armenia|Armenia]] e [[Parti]]a.<ref name="PlutarcoLucullo30.1-2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 30.1-2.</ref>
Un paio d'anni più tardi, nel [[66 a.C.]], sembra che Mitridate contava di farsi alleato il re dei Parti, Fraate, che però si era già accordato con Pompeo alle medesime condizioni, ed aveva ricevuto il consiglio dal proconsole romano, di assalire l'Armenia di [[Tigrane II|Tigrane II il
L'anno successivo (nel [[65 a.C.]]), Fraate inviò a Pompeo nuovi ambasciatori, allo scopo di rinnovare il trattato esistente, considerando che i vari luogotenenti del generale romano avevano sottomesso le restanti regioni di Armenia e Ponto, e [[Aulo Gabinio|Gabinio]] si era spinto oltre l'[[Eufrate]] fino al [[Tigri]], generando grande apprensione nel sovrano partico,<ref name="Dione37.5.2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.2.</ref> al quale Pompeo sembra richiese la [[Conduene]], ovvero la regione per la quale Fraate e Tigrane stavano litigando.<ref name="Dione37.5.3">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.3.</ref> Non ricevendo, però risposta da Fraate, inviò il suo legato [[Lucio Afranio (console 60 a.C.)|Lucio Afranio]] a prenderne possesso, per poi condederlo a Tigrane.<ref name="Dione37.5.4">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 5.4.</ref>
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Fu così che Tigrane padre chiamò Pompeo in suo aiuto, mentre Fraate inviò ambasciatori al generale romano, muovendo gravi accuse al rivale, come pure agli stessi Romani. Ciò indusse Pompeo a riflettere, preferendo non intervenire in questa contesa, per evitare che a causa della brama di conquista, potesse perdere quelle appena fatte a causa della [[esercito partico|potenza militare partica]], tanto più che Mitridate non era stato ancora sconfitto definitivamente.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 6.5-7.2.</ref> Pompeo accampò, quindi, come scusa ai suoi che lo spingevano ad una nuova avventura militare, che non pensava di combattere i Parti senza un decreto del Senato.<ref name="AppianoMitridatiche106">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 106.</ref> Fu così che il generale romano si offrì invece di fare da pacere tra i due contendenti, poiché riteneva si trattasse di una mera questione di confini tra i due regni. Fraate e Tigrane II accettarono la proposta di Pompeo e si riconciliarono, poiché entrambi sapevano che una sconfitta, o l'annientamento di uno dei due, avrebbe solo favorito i Romani. Erano consapevoli che solo la loro sopravvivenza o una comune e futura alleanza avrebbe potuto fermare l'avanzata romana in [[limes orientale|Oriente]].<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 7.3.</ref> E così Pompeo, dopo questi accordi, poté ritirarsi in [[Aspide (regione)|Aspide]] durante l'inverno.<ref name="Dione37.7.5">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 7.5.</ref> Pochi anni più tardi, nel [[57 a.C.]], Fraate venne assassinato dai suoi due figli, [[Orode II]] e [[Mitridate III di Partia|Mitridate III]].
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|carica = [[Parti#Lista degli arsacidi|Re di Partia]]▼
|periodo = [[70 a.C.|70]] – [[57 a.C.]]▼
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==Note==
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* [[Plutarco]], ''Vita di Pompeo''.
* [[Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]''.
▲{{Box successione
▲|carica = [[Parti#Lista degli arsacidi|Re di Partia]]
▲|periodo = [[70 a.C.|70]] – [[57 a.C.]]
▲|precedente = [[Sanatruce]]
▲|successivo = [[Orode II]] e [[Mitridate III di Partia|Mitridate III]]
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{{Sovrani Partici}}
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