Destino (film 1921): differenze tra le versioni

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Le riprese durarono 9 settimane.
 
La prima del film si ebbe il 7 ottobre 1921, Mozartsaal e U.T. Kurtfürste, [[Berlino]].(<ref name=Lotte1> Lotte H. Eisner, ''op.cit.Fritz Lang'', pagMazzotta, Milano 1978, pp.349) 39-50.</ref>
===Scenografie===
«Le scene in cui appaiono gli amanti romantici e la Morte hanno un accento profondo. Gran merito va attribuito agli scenari, in cui i modellisti di ''Caligari'' sostituirono la tela dipinta con la grandiosità architettonica, destinata in seguito a divenire una delle caratteristiche di Lang: il muro, lo scalone e i ceri seppero rappresentare meglio degli stessi attori la morale del film: l’uomo è prigioniero del proprio destino».<ref>Georges Sadoul, ''Storia del cinema mondiale dalle origini ai nostri giorni'', Milano, Feltrinelli, 1964, p. 202.</ref>
 
La bella cittadina è un giocattolo norimberghese disegnato per Lang da Herlth e Röhrig.<ref (Lottename=Lotte1/> Eisner)
===Cast===
[[Bernhard Goetzke]], con il suo volto scarno, ieratico, triste, con la sua presenza silenziosa e impassibile, è la personificazione della Morte nel film di Lang, più ancora di [[Bengt Ekerot]] ne ''[[Il settimo sigillo]]'' (1957) di [[Ingmar Bergman]]. Goetzke sembra guardare oltre lo spettatore: il suo sguardo assente fissa un vuoto che è l'eternità. La solitudine della morte è palpabile, terrificante, indimenticabile.
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==Lang dichiara==
«Credo che in questo film si possa ravvisare una caratteristica prettamente viennese: l'intimità con la morte. Questa intimità si ritrova in molte canzoni viennesi».<ref>Lotte Eisner, ''op. cit.'', p. 39<name=Lotte1/ref>
 
==Antecedenti culturali==
Il regista, che in questo film vuole esprimere "l'anima romantica tedesca", attinge al patrimonio culturale medievale del Nord Europa, fatto di canzoni popolari e favole.
 
Dalla bella favola di [[Hans Christian Andersen]], ''Storia di una madre'', Lang riprende l'idea della disperata ricerca del bambino morto da parte della coraggiosa madre (qui del promesso sposo da parte della fidanzata inconsolabile) che non arretra davanti alle prove più dolorose pur di ritrovare il figlio perduto; da quella dei fratelli [[Grimm]] , ''Il padrino Morte'', gli proviene la visione della cattedrale (nella favola è una caverna) dove bruciano migliaia di candele accese, di tutte le dimensioni, che rappresentano le vite degli uomini.<ref> Lotte H. Eisner, ''Fritz Lang'', Mazzotta, Milano, 1978, pp. 39-40.<name=Lotte1/ref>
==Influenze sullo stile==
===Il teatro di [[Max Reinhardt]]===