Luigi Meroni: differenze tra le versioni
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La Fiat era guidata da [[Attilio Romero]], un diciannovenne neopatentato, di buona famiglia e figlio di un medico agiato. Romero nel giugno [[2000]] sarebbe poi divenuto presidente del Torino, portandolo nel [[2005]] al fallimento. Dopo l'incidente, Romero si presentò spontaneamente alla [[Polizia]], dove venne interrogato fino a tarda notte. Tornò a casa propria in corso Re Umberto, a soli 13 numeri di distanza dalla casa di Meroni. <ref>Calcio. 1898-2007 Storia dello sport che ha fatto l'Italia, di [[John Foot]], Rizzoli Storica, 2007</ref>
Più di 20.000 persone parteciparono ai suoi funerali, e il lutto scosse la città. Dal carcere delle Nuove di Torino alcuni detenuti raccolsero soldi per mandare fiori. La stampa sembrò per un attimo perdonare la bizzarria contestata in vita (i capelli lunghi, la barba incolta), ma la [[chiesa (istituzione)|Chiesa]] si oppose al funerale e criticò aspramente don Francesco Ferraudo, cappellano del Torino calcio, per aver celebrato il funerale di un "peccatore pubblico" con riti religiosi. Meroni infatti conviveva in una mansarda di corso Re Umberto a Torino con la sua ragazza di origine polacca<ref>Fulvia Caprara, articolo su ''la Stampa'' del 20/10/2002, p.27</ref>, Cristiana Uderstadt<ref>quotidiano ''la Stampa'' del 25/02/2003, p.32</ref>, che all'epoca era ancora ufficialmente la moglie (anche se in attesa di annullamento del matrimonio) di un regista romano. Il quotidiano torinese [[La Stampa]] (di proprietà della [[famiglia Agnelli]], come la [[Juventus_Football_Club|Juventus]]) si unì alle richieste dei prelati, e si raccolse un movimento d'opinione per chiedere provvedimenti disciplinari contro il sacerdote.
=== Dopo il lutto ===
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