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Come tutte le economie avanzate, anche l'[[economia italiana]] è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2011 ha rappresentato poco meno dei tre quarti del valore aggiunto (contro poco più del 50% nel [[1970]])<ref>http://dati.istat.it/</ref>. Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di [[piccole e medie imprese]]: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di ''[[public company]]'', impresa a [[capitale (economia)|capitale]] diffuso gestita da un [[management]], è poco diffuso.
 
DuranteDopo una politica fiscale molto espansiva durante gli anni novantaOttanta, a partire dai primi anni Novanta, l'Italia ha perseguito una rigida [[politica fiscale]] molto più rigida, per farrispettare frontei alleparametri richiestederivanti delldall'adesione all'[[Unione economica e monetaria]].

Di conseguenza, enegli anni Duemila, l'Italia ha tratto beneficio dai tassi più bassi di [[inflazione]] e di [[interesse]]. Tuttavia, problemi come l'[[evasione fiscale]], l'elevato [[debito pubblico]] (119,1% del PIL)<ref name=CIA/> e, nel [[Mezzogiorno]], la malavita organizzata, continuano ad ostacolare lo sviluppo dell'economia nazionale.
 
Nel [[1999]] il Paese ha aderito all'[[euro]], che ha sostituito la [[lira italiana|lira]] a partire dal 2002.