Stabilimento chimico farmaceutico militare: differenze tra le versioni
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==Storia==
Il 22 dicembre [[1832]] nasce lo
Tale opera aveva con il compito di preparare farmaci e materiali sanitari occorrenti per l'allora [[Corpo di Sanità e veterinaria|Servizio Sanitario e Veterinario militare]], senza contare il fondamentale intervento di carattere civile e sociale che il Laboratorio svolse in quegli anni in cui l'Italia era infestata dalla [[malaria]].
Nel [[1884]] il Laboratorio cambio l'intestazione: da Deposito di farmacia militare, divenne la
Solo in seguito assunse la denominazione di ''Istituto chimico farmaceutico militare'', ovvero dal [[1923]] fino al [[1976]].
A seguito della [[Prima Guerra Mondiale]], dati i grandi problemi di carattere sanitario, si mostrò importante disporre di una sede più adeguata, moderna e funzionale, possibilmente situata al centro della [[Penisola italiana|penisola]] in modo da favorire l'operatività nella distribuzione e nella spedizione dei materiali; venne così ordinato dal Ministero, nell'ottobre del 1931, il trasferimento dell'Istituto dalla sede di [[Torino]] ad una nuova sede sita nella città di [[Firenze]], esattamente nel quartiere [[Rifredi]], occupando un'area di circa 55.000 m2 e dando luce all'attuale costruzione dello Stabilimento.
Nel [[1976]] a seguito della ristrutturazione dell'area tecnico-industriale del [[Ministero della difesa]], diventa un ente interforze alle strette e dirette dipendenze della [[Direzione generale della sanità militare]] di [[Roma]], in cui acquisisce il nome di ''Stabilimento chimico farmaceutico militare''.
Dalla data di inaugurazione della nuova ed attuale sede di [[Firenze]], eccetto durante la [[Seconda Guerra Mondiale]], sono state ininterrottamente prodotte numerose specialità farmaceutiche, materiali per medicamenti, prodotti cosmetici e alimentari, impiegando così negli anni '40, più di 2.000 persone tra Maestranze ed ufficiali chimico-farmacisti, prevalentemente attinti dal [[Corpo di Sanità e veterinaria]] dell'[[Esercito Italiano]].
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