Antonio Corpora: differenze tra le versioni

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A metà degli anni cinquanta, Corpora è ormai un protagonista affermato della pittura italiana ed europea. Dopo le esperienze del '48, del '50 e del '52, sarà poi presente alla Biennale, con sala personale, anche nel [[1956]], [[1960]], [[1966]].
Tra le altre personali di quegli anni, è nel [[1957]] alla Galleria la Tartaruga di Roma, nel [[1959]] alla Galleria Blu a Milano, nel [[1960]] alla Galleria Pogliani a Roma.
A livello internazionale, Corpora partecipa a Kassel a [[Documenta 1]] nel [[1955]] e a [[Documenta 2]] nel [[1959]], e tiene una personale nel [[1958]] alla Galerie Springer di Berlino. A Parigi, nel [[1957]] è alla Galleria [[Cahiers d'art]]; per l'occasione [[Christian Zervos]] pubblica una monografia su Corpora con una propria introduzione. Espone a New York alla Kleemann Galleries nel [[1958]] (presentato in catalogo da Venturi) e nel [[1960]] (presentato da Nello Ponente), ed alla Galerie Chalette nel [[1962]] (presentato da [[Giulio Carlo Argan|Argan]]). Alcune delle opere di questi anni entrano a far parte della collezione di vari musei americani, come il [[Museum of Modern Art]] di New York<ref>Augusta Monferrini, Catalogo, scheda n. 33, in ''Corpora''</ref> e la Albrigth Knox Gallery di Buffalo, che acquista l'opera [http://www.albrightknox.org/collection/search/piece:1137/ ''Beyond Words''].
Dalla metà degli anni cinquanta Corpora inizia progressivamente a sciogliere le geometrie cubiste, seguendo un percorso comune a quello di altri esponenti degli "Otto"; i colori tendono a scurire e sono dati in velature sovrapposte, che suggeriscono un senso di profondità del quadro. Nelle parole di Vivaldi, "il quadro diviene uno specchio profondo, senza alcun centro preciso, nel quale lo sguardo si addentra interminabilmente, scoprendo sempre nuovi rimbalzi e rinvii da uno strato all'altro di un colore che evoca magiche atmosfere psicologiche". Alcune opere di questo periodo sono [http://www.albrightknox.org/collection/search/piece:1137/ ''Beyond Words''], del 1958 e èhttp://collezionedarte.bancaditalia.it/portal/web/guest/opere?p_auth=P8GLt9S9&p_p_id=opere_WAR_mbifrontendportlet&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_pos=1&p_p_col_count=2&_opere_WAR_mbifrontendportlet_myaction=mostraOpera&_opere_WAR_mbifrontendportlet_id=460 ''Pietra miliare''], del 1960.
Alcune delle opere di questi anni entrano a far parte della collezione di vari musei americani, come il [[Museum of Modern Art]] di New York<ref>Augusta Monferrini, Catalogo, scheda n. 33, in ''Corpora''</ref> e la Albrigth Knox Gallery di Buffalo, che acquista l'opera.
 
A metà degli anni sessanta i suoi quadri divengono più chiari e tendono ad organizzarsi in strutture rettangolari, dichiaratamente bidimensionali, spesso stese con la spatola. Appartengono a questa fase le 15 grandi tele esposte nella sala personale della Biennale del 1966, una delle quali, ''Verde Spazio'' <ref>Augusta Monferrini, Catalogo, scheda n. 44, in ''Corpora''</ref>, verrà più tardi acquistata dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma; [http://collezionedarte.bancaditalia.it/portal/web/guest/opere?p_auth=IeRk5bHY&p_p_id=opere_WAR_mbifrontendportlet&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_pos=1&p_p_col_count=2&_opere_WAR_mbifrontendportlet_myaction=mostraOpera&_opere_WAR_mbifrontendportlet_id=428# ''Il paese della nostra infanzia''], nella collezione della Banca d'Italia; e [http://www.photo.rmn.fr/cf/htm/CPicZ.aspx?E=2C6NU0EMQ0DL ''Nuova superficie''] <ref>Augusta Monferrini, Catalogo, scheda n. 50, in ''Corpora''</ref>, oggi al [http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Mus%C3%A9e_national_d%27Art_moderne_%E2%80%93_Centre_Georges_Pompidou&redirect=no Musèe Nazional d'Art Moderne] a Parigi.