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|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiana
|FineIncipit = è stata una studentessa [[italiani|italiana]] uccisa a diciotto anni durante una [[manifestazione]] di piazza.<ref>[
|Categorie = no
|Immagine = Giorgiana Masi photo.jpg
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}}
Proveniente da una [[famiglia]] di media condizione sociale, Giorgiana Masi abitava con il padre (un [[parrucchiere]]), la madre [[casalinga]] e la sorella maggiore in un [[appartamento]] di [[via Trionfale]] a [[Roma]], nei pressi dell'[[ospedale San Filippo Neri]].<ref>[http://www.radicaliroma.com/wp/category/rassegna-stampa/page/125/?doc=articolo&id_articolo=2332 Rassegna stampa Radicali Roma]</ref> All’epoca dei fatti, la Masi frequentava il quinto anno del [[Liceo Scientifico]] Statale "[[Louis Pasteur]]"<ref>[
Nel tardo [[pomeriggio]] di [[giovedì]] [[12 maggio]] [[1977]] si trovava, in compagnia del [[fidanzato]] ventunenne Gianfranco Papini, nel [[Centro storico di Roma|centro storico della capitale]], dove erano scoppiati violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine. Alle ore 19,55 i due erano in piazza [[Giuseppe Gioacchino Belli]], quando un proiettile [[calibro 22]] colpì Giorgiana all'[[addome]].<ref>[
Subito soccorsa, venne trasportata in [[ospedale]], dove i [[medico|medici]] non poterono fare altro che constatarne il [[decesso]].<ref>[[Luigi Irdi]], ''La polizia impedisce il raduno vietato dei radicali. Violenti scontri nel centro di Roma, uccisa una ragazza'', [[Corriere della Sera]], 13 maggio 1977</ref><ref>''Ho sentito sparare e Giorgiana è caduta'', [[l'Unità]], inserto ''Roma-Regione'', 13 maggio 1977, pag.12</ref><ref>[[Carlo Rivolta]], ''Ancora guerra a Roma'', [[La Repubblica]], 13 maggio 1977</ref>
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Nella seconda metà degli [[anni 1970|anni settanta]] il [[Anni di piombo|clima di violenza politica]] che caratterizzava l’[[Italia]] si manifestò anche a Roma, dove si verificò una lunga serie di scontri tra fazioni politiche di destra e di sinistra, tra loro o con le forze dell'ordine, culminati con la sparatoria del [[21 aprile]] [[1977]] tra agenti di polizia e manifestanti dell'area di [[Autonomia Operaia]] che si concluse con l'uccisione dell'agente [[Settimio Passamonti]] e il ferimento di quattro suoi commilitoni.
{{Quote|Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana|dalla relazione al Parlamento del ministro [[Francesco Cossiga]], il [[22 aprile]] [[1977]]}}
Il giorno stesso, il [[ministro dell'interno]] [[Francesco Cossiga]] annunciò in [[Parlamento]] di aver dato disposizioni per vietare nella capitale, fino al successivo [[31 maggio]], tutte le manifestazioni pubbliche<ref>[
Il [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] decise di sfidare apertamente il divieto, indicendo un ''[[sit-in]]'' in [[piazza Navona]] per il [[12 maggio]], motivato dalla raccolta di firme alla proposta [[Referendum abrogativi del 1978 in Italia|dei referendum abrogativi]] e dal celebrare il terzo anniversario della vittoria nel precedente [[Referendum abrogativo del 1974|referendum sul divorzio]].
===La manifestazione===
All’iniziativa si unirono anche i simpatizzanti di quello che verrà poi chiamato [[movimento del '77]] e gli appartenenti a varie formazioni della [[sinistra extraparlamentare]], per protestare contro la diminuzione degli spazi di espressione politica e il clima repressivo nei loro confronti. Alla manifestazione erano presenti circa 5.000 agenti delle forze dell'ordine in assetto antisommossa, coadiuvati da agenti in borghese, il cui coordinamento operativo era stato messo a punto nel corso di una riunione al [[Ministero dell'Interno|Viminale]], il precedente [[3 maggio]]{{senza fonte}}. Nella giornata scoppiarono diversi incidenti, con il lancio di bombe incendiarie e colpi d’arma da fuoco. Nei giorni successivi diverse persone, tra i quali [[Marco Pannella]], sottolinearono nelle loro dichiarazioni la presenza di agenti in borghese nascosti tra i dimostranti.<ref>[
Intorno alle 19.00, Alcuni parlamentari mediarono con le forze dell’ordine, per consentire ai manifestanti di evacuare la zona verso Trastevere. Il consenso fu in realtà apparente: da quel momento gli incidenti si fecero più gravi.<ref>[http://www.magzine.it/content/il-caso-giorgiana-masi Magzine]</ref>, Durante l’evacuazione, fumogeni e colpi di pistola vennero esplosi, apparentemente da [[Ponti di Roma#Ponti moderni sul Tevere|Ponte Garibaldi]]<ref>{http://old.radicali.it/search_view.php?id=46621&lang=&cms= Testimonianze dei presenti, dal “Libro Bianco del Partito Radicale Sui Fatti del 12 Maggio”]</ref>. La situazione si fece confusa, i manifestanti iniziarono a fuggire. Il primo a essere ferito fu l’allievo sottufficiale dei Carabinieri Francesco Ruggeri <ref>[
==Le indagini==
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