Torre Embriaci: differenze tra le versioni
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Tale palazzo, oggi suddiviso in unità abitative al civico numero 5 di piazza Embriaci, era originariamente identificato come domus con torre della famiglia Embriaci, il [[palazzo]] venne ceduto ai [[Cattaneo]] ([[1514]]) quando il ceppo originario, mitico erede delle imprese [[crociate]], non aveva più l'autorevolezza di Guglielmo Embriaci conquistatore di Gerusalemme.
Nel [[1583]] fu acquistato da [[Giulio Sale]] che lo ristrutturò due anni dopo, secondo i canoni contemporanei.
Dopo il [[1607]] il palazzo passò a Gio. Francesco Brignole I ([[doge]] nel [[1635]] - [[1637]]) che vi apportò le trasformazioni leggibili nella fisionomia attuale.
Oltre ad una quadratura esterna, di cui rimangono pochi segni, vi sarebbero ancora affreschi attribuiti ad Andrea Ansaldo.
Nel [[1616]] si verificò il primo intervento di sopraelevazione, a partire dal [[1680]] inizia il progressivo declino della costruzione che rimase proprietà dei [[Brignole Sale]] fino al [[1869]], anno in cui passò ai [[Melzi d'Eril]].
Del complesso, la cui leggibilità architettonica fu compromessa alla fine del [[XIX secolo]] con la suddivisione in unità abitative indipendenti, l'elemento più monumentale rimane la torre.
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La costruzione di quest'ultima torre può essere collocata al principio del [[XII secolo]]. La massiccia struttura in grossi blocchi di pietra bugnata, alta 41 [[metri]], presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per l’illuminazione e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato dalla cornice a dente di sega, si trovava in quasi tutte le chiese dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è senza dubbio originale. In modo analogo si coronarono altre torri di cui unico esempio completo, però duecentesco, è nella [[torre degli Spinola]] in piazza Caricamento. Potrebbe supporsi che il materiale impiegato provenisse dagli avanzi della prima cerchia di [[Mura di Genova|mura]] (post [[864]]), ormai abbandonata, che correva poco lontano, mentre la tecnica era sempre la medesima usata nell’alto medioevo sul modello di quella tardo-romana. In città altre torri medievali in pietra, ormai mozzate in sommità, si trovano in Via di Canneto il Lungo, Vico Dietro il Coro di San Luca e nelle vicinanze del porto. Torre Embriaci è infatti una delle poche sopravvissute ad un’ordinanza del [[1196]] che impose la riduzione dell’altezza di tutte le torri cittadine ed inoltre è una fra le poche, connotate politicamente, risparmiate dai periodici cambi di governo. Infatti, il podestà Drudo Marcellino ordinò che nessuna torre potesse superare l’altezza di 80 [[palmi]] (circa 20 metri). Mentre tutte le altre torri (ben 66 in tutta Genova fino al [[XIII secolo]], 33 alla fine del [[XV secolo]]) vennero mozzate, una lapide posta alla sua base ricorda che la Torre degli Embriaci - alta 165 palmi - fu risparmiata, forse in ricordo delle gloriose imprese di Guglielmo Embriaco in Terrasanta. La torre fu sottoposta nel [[1926]] ad un restauro integrativo (Orlando Grosso) della parte terminale e che vide l’aggiunta della merlatura [[guelfa]].
==Curiosità==
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