Torre Embriaci: differenze tra le versioni

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==Storia della torre==
La costruzione della [[torre]] è legata al nome del celebre Guglielmo Embriaco che, assieme alla flotta di [[Primo di Castello]], si distinse nella conquista cristiana di [[Gerusalemme]] del [[1099]]. Nel [[1101]] l'[[Embriaci|Embriaco]] venne eletto dal [[Comune di Genova]] Consul exercitus ianuensis e si impadronì di [[Arsouf]] e Cesarea; il ricco bottino, che contribuì a sostenere l'onerosa prosecuzione del cantiere del [[Duomo di Genova]], annoverava fra gli altri oggetti preziosi il [[Sacro Catino]]. Oggi conservato presso il Museo del Tesoro della Cattedrale di S.Lorenzo, per secoli si è creduto di [[smeraldo]] e nel quale la tradizione vuole che [[Cristo]] abbia mangiato l’agnello pasquale.
La costruzione di quest'ultima torre può essere collocata al principio del [[XII secolo]]. La massiccia struttura in grossi blocchi di pietra bugnata, alta 41 [[metri]], presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per l’illuminazione e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato dalla cornice a dente di sega, si trovava in quasi tutte le chiese dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è senza dubbio originale. In modo analogo si coronarono altre torri di cui unico esempio completo, però duecentesco, è nella [[torre degli Spinola]] in piazza Caricamento. Potrebbe supporsi che il materiale impiegato provenisse dagli avanzi della prima cerchia di [[Mura di Genova|mura]] (post [[864]]), ormai abbandonata, che correva poco lontano, mentre la tecnica era sempre la medesima usata nell’alto medioevo sul modello di quella tardo-romana. In città altre torri medievali in pietra, ormai mozzate in sommità, si trovano in Via di Canneto il Lungo, Vico Dietro il Coro di San Luca e nelle vicinanze del porto. Torre Embriaci è infatti una delle poche sopravvissute ad un’ordinanza del [[1196]] che impose la riduzione dell’altezza di tutte le torri cittadine ed inoltre è una fra le poche, connotate politicamente, risparmiate dai periodici cambi di governo. Infatti, il podestà Drudo Marcellino ordinò che nessuna torre potesse superare l’altezza di 80 [[palmi]] (circa 20 metri). Mentre tutte le altre torri (ben 66 in tutta Genova fino al [[XIII secolo]], 33 alla fine del [[XV secolo]]) vennero mozzate, una lapide posta alla sua base ricorda che la Torre degli Embriaci - alta 165 palmi - fu risparmiata, forse in ricordo delle gloriose imprese di Guglielmo Embriaco in Terrasanta. La torre fu sottoposta nel [[1926]] ad un restauro integrativo (Orlando Grosso) della parte terminale e che vide l’aggiunta della merlatura [[guelfa]].
 
La costruzione di quest'ultimadella torre può essere collocata al principio del [[XII secolo]]. La massiccia struttura in grossi blocchi di pietra bugnata, alta 41 [[metri]], presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per l’illuminazione e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato dalla cornice a dente di sega, si trovava in quasi tutte le chiese dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è senza dubbio originale. In modo analogo si coronarono altre torri di cui unico esempio completo, però duecentesco, è nella [[torre degli Spinola]] in piazza Caricamento. Potrebbe supporsi che il materiale impiegato provenisse dagli avanzi della prima cerchia di [[Mura di Genova|mura]] (post [[864]]), ormai abbandonata, che correva poco lontano, mentre la tecnica era sempre la medesima usata nell’alto medioevo sul modello di quella tardo-romana. In città altre torri medievali in pietra, ormai mozzate in sommità, si trovano in Via di Canneto il Lungo, Vico Dietro il Coro di San Luca e nelle vicinanze del porto. Torre Embriaci è infatti una delle poche sopravvissute ad un’ordinanza del [[1196]] che impose la riduzione dell’altezza di tutte le torri cittadine ed inoltre è una fra le poche, connotate politicamente, risparmiate dai periodici cambi di governo. Infatti, il podestà Drudo Marcellino ordinò che nessuna torre potesse superare l’altezza di 80 [[palmi]] (circa 20 metri). Mentre tutte le altre torri (ben 66 in tutta Genova fino al [[XIII secolo]], 33 alla fine del [[XV secolo]]) vennero mozzate, una lapide posta alla sua base ricorda che la Torre degli Embriaci - alta 165 palmi - fu risparmiata, forse in ricordo delle gloriose imprese di Guglielmo Embriaco in Terrasanta. La torre fu sottoposta nel [[1926]] ad un restauro integrativo (Orlando Grosso) della parte terminale e che vide l’aggiunta della merlatura [[guelfa]].
 
==Curiosità==