Lorenteggio: differenze tra le versioni

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In antichità, esso aveva le caratteristiche di una società agricola e patriarcale, e diverse [[Cascina a corte|cascine]], alcune delle quali tuttora in piedi, come la ''Cascina Corba'', testimoniano questo passato.
 
Al censimento della [[Repubblica Cisalpina]] indetto all'inizio del [[1800]]dell'Ottocento, la borgata contava 143 abitanti. Nel [[1837]] viene creato San Carlo alla Corba, il primo oratorio per i contadini della zona. Nel [[1841]] gli austriaci, che nel [[1815]] avevano restaurato il Comune di Lorenteggio, lo annessero al Comune di [[Corsico]], di cui divenne una [[frazione comunale|frazione]].
 
Fino alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la borgata agricola era costituita da numerose [[Cascina a corte|cascine]] (almeno 7-8), di cui le più famose e più grosse erano ''Cascina Corba'', ''Cascina Travaglia'' (quest'ultima attiva fino agli [[Anni 1960|anni sessanta]]) e la cosiddetta ''Cascina Lorenteggio''.
 
Il piccolo palazzo Palazzo Durini Borasio LORENTEGGIO, noto anche impropriamente come “Cascina Lorenteggio” sorse sulle fondamenta di un fortino cinquecentesco lungo l’attualel'attuale nuova strada vigevanese (in fondo all’attualeall'attuale via Lorenteggio 251) ed è successivo al 1670, data in cui i Durini entrarono in possesso di un fondo già appartenuto ai Corio.
Questa cascina sorgeva fin dall’epocadall'epoca viscontea nella località detta almeno dal 1005 Laurentiglio, ed era posizionata in zona leggermente rialzata, tant’ètant'è che fino al Cinquecento era una sorta di fortino.''<ref>[http://www.storiadimilano.it/Repertori/cascine/cascineweb.htm Storia di Milano ::: Le cascine di Milano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
''Un viale di accesso con cancellate successive introduce ad un giardino cintato, sul fondo del quale, in asse con i due ingressi, si presenta la robusta costruzione. Il corpo principale, a due piani, con pianta ad U ed ali molto ravvicinate, ha tutti gli angoli fortemente smussati; tutte le facciate sono in mattoni a vista […] Le due ali proseguono ancora in parte più basse (in quella verso il portico vi è la cappella pure restaurata) fino ad incastrarsi in un nuovo edificio industriale che ha distrutto tutta la lunga corte rustica, della quale evidentemente la villa padronale costituiva lo sfondo prospettico Ampi gli interni coperti da volte a velette e a crociera nel piano inferiore e a cassettoni nel piano superiore.'' <ref>http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/0/96418ffdd704d4d9c1257576003fc6fc/$FILE/07_Fuori%20Porta.pdf</ref>.
 
Il Lorenteggio venne progressivamente inglobato ed assorbito dall'espansione edilizia milanese, tanto che nel [[1923]] il governo [[fascista]] lo staccò da Corsico e, riesumando il provvedimento napoleonico, lo annesse a [[Milano]].
 
Nei primi decenni del [[XX secolo|Novecento]] venne costruita la ferrovia, che costeggia il [[naviglio Grande]], e la stazione di [[Stazione di Milano San Cristoforo|S. Cristoforo]] ([[1909]]). Sempre in questi anni, la zona diviene sede anche di diverse fabbriche, come la [[Osram]]<ref>http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/comunicati.nsf/weball/9D170F10F20B4761C1256EE50045546B</ref>.
 
La prima urbanizzazione della zona avviene alla fine degli [[Anni 1930|anni trenta]]. Il gruppo di case popolari generalmente definito "Giambellino" sorge nel quadrilatero Via Giambellino, (Piazza Tirana), Via Inganni, Via Lorenteggio, Via Odazio e venne ultimato tra la fine del 1939 e l'inizio del 1940. in particolare i caseggiati n. 138-140-142-144 di via Giambellino, seguiti poi da quelli di via Apuli, via Segneri, via Manzano, via Inganni, via Odazio.<ref>[http://www.murialdomilano.it/sto-02.htm La Storia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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Il cantante [[Giorgio Gaber]] abitava in una traversa di via Giambellino, in largo dei Gelsomini, ed ha reso famosa la via per la canzone che nomina il bar di Gino. Al famoso ''Bar di Gino'' più o meno all'altezza di via Giambellino 50 <ref>[http://maps.google.it/maps?q=via+Giambellino+50&um=1&ie=UTF-8&hq=&hnear=0x4786c3c4e2711b23:0x2c0adc4c122911ae,Via+Giambellino,+50,+I-20146+Milano&gl=it&ei=Hsd2T_LhNMWg4gTbxrWIDw&sa=X&oi=geocode_result&ct=image&resnum=1&ved=0CCQQ8gEwAA via Giambellino 50 - Google Maps<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, Gino Galli trasformò un bar in un vero e proprio punto di ritrovo milanese: qui venivano a bere Giorgio Gaber, [[Bobby Solo]] e [[Adriano Celentano]] con il suo clan; e ancora [[Ricky Gianco]], che abitava vicinissimo in via Savona 110, e [[Gino Bramieri]], che qui al Giambellino veniva a trovare sua madre.
 
L'attore [[Diego Abatantuono]] ha dichiarato di aver ampiamente frequentato il quartiere Giambellino durante la sua infanzia fin dall'asilo<ref>[http://www.storiaradiotv.it/DIEGO%20ABATANTUONO.htm Diego Abatantuono<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e pare che si sia ispirato alle parlate che sentiva nel quartiere negli anni Sessantasessanta, per interpretare il delinquente del film "[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]", di [[Gabriele Salvatores]]<ref>[http://magazine.libero.it/cinema/bd/schedafilm.php?sch=42230 Scheda film - Io non ho paura - Banca Dati - Libero Cinema<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Altri volti conosciuti della zona sono l'attore [[Ugo Conti]], i giornalisti [[Enrico Mentana]] e [[Filippo Facci]] ed il tristemente noto criminale [[Renato Vallanzasca]]. Anche [[Silvio Berlusconi]] risulta dalle liste elettorali essere stato originariamente residente nei dintorni della signorile via San Gimignano della zona Lorenteggio, dove dimorava la madre (''mamma Rosa'' Bossi) ed alcuni suoi congiunti.
 
I componenti dei [[Camaleonti]], gruppo musicale degli anni '70settanta, provenivano da questa zona e agli albori provavano le loro canzoni in salette e cantine del Giambellino.
 
Lo scrittore [[Andrea G. Pinketts]] ha affermato di essere sempre stato un frequentatore della zona in quanto amante di sordidi baretti al Giambellino e frequentatore di trucidi personaggi del Lorenteggio.
 
Ispirati dalla canzone di Gaber e del bar di Cerutti viene ideato un personaggio di fumetti per adulti conosciuto negli anni Settantasettanta ed Ottantaottanta come ''[[Lando]]'', perdigiorno donnaiolo con il volto che ricorda quella di Lando Buzzanca e con un amico soprannominato ''Drago''.
 
==Zona di decentramento==
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== Bibliografia ==
* Pagani Gabriele, ''L'antico comune di Lorenteggio. Dal Borgo medioevale all’attualeall'attuale quartiere Vicende, tradizioni, storie, personaggi'', Pagg. 224, 2011, ISBN 978-88-95383-35-4.
 
==Voci correlate==