Battaglia di Canne: differenze tra le versioni

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[[File:Battaglia di Canne 216 AC - Attacco iniziale romano.svg|thumbnail|right|Battaglia di Canne 216 a.C. - Fase iniziale dell'attacco romano]]
 
La battaglia ebbe inizio con il confronto tra le [[fanteria leggera|fanterie leggere]] che precedette la vera battaglia campale tra il grosso dei due eserciti; vennero scagliati [[giavellotto|giavellotti]], [[proiettile|proiettili]] e [[freccia|frecce]]. Probabilmente in questa fase iniziale i [[Velites]] erano avvantaggiati dalla superiorità numerica e dalla maggiore precisione di tiro. Annibale decise di lanciare sin dall'inizio la cavalleria comandata da [[Asdrubale]] contro la [[cavalleria romana]] perché una grande nuvola di [[terra]] e [[polvere]] (che probabilmente si era inspessita con la marcia degli eserciti e con lo scontro iniziale tra fanterie leggere al centro del campo di battaglia) avrebbe funto da [[scudo]], sia che l'avesse prevista, sia che non l'avesse. La cavalleria cartaginese doveva essere stata divisa in tre squadroni, infatti operò tre cariche in rapido tempo, recando un certo disordine alla [[cavalleria romana]]. Infine, dopo le tre cariche, in una [[tattica]] inconsueta, ma ben preparata e non prevista dai [[Repubblica romana|Romani]], [[Asdrubale]] doveva aver ordinato una carica [[corpo a corpo]] contro la cavalleria romana di [[destra]]. Polibio narra come i cavalieri ispanici e celti affrontarono la battaglia dopo essere scesi dai cavalli in quello che egli considera un metodo [[barbaro]] di combattere. I Romani, sorpresi dall'attacco, urtati e pressati dalla consistenza dei nemici, schiacciati sia nelle prime linee sia in quelle più indietro dello schieramento, dovettero scendere dai loro [[cavallo|cavalli]], probabilmente anche per la difficoltà di calmarli e perché impossibilitati a manovrare in uno spazio troppo stretto. In tal modo uno scontro tradi [[cavalieri]]cavalleria diventòsi maggiormentetrasformò in prevalenza in un combattimento tra cavalieri pedestreappiedati.<ref>{{cita web|url=http://www.theromanman.com/?p=282|titolo=La battaglia di Canne. 2 agosto 216 a.C.}}</ref>
 
{{quote|Dopo dunque la disposizione di tutto il suo esercito in [[linea retta]], prese le compagnie centrali degli [[iberici|Ispanici]] e dei [[Celti]] e avanzò con loro, mantenendo il resto della linea in contatto con queste compagnie, ma a poco a poco essi si staccarono, in modo tale da produrre una formazione a forma di [[mezzaluna]], la linea delle compagnie fiancheggianti stava crescendo in sottigliezza poiché era stata prolungata, il suo scopo era quello di impiegare gli Africani come forza di riserva e di iniziare l'azione con gli Ispanici ed i Celti|[[Polibio]], [[Storie (Polibio)|Storie]]<ref name="polybius" />}}
Si ritiene che lo scopo di questa formazione sia stato quello di rompere lo slancio in avanti della [[fanteria (storia romana)|fanteria romana]], e ritardare la sua avanzata prima di altri sviluppi autorizzati da Annibale per distribuire la sua fanteria [[africa]]na nel modo più efficace.<ref name="healy">{{cita libro|autore=Healy, Mark.|titolo=Cannae: Hannibal Smashes Rome's Army|città=Sterling Heights, Missouri|editore=Osprey Publishing|lingua=inglese|anno=1994}}</ref> Detto questo, mentre la maggior parte degli storici ritengono che l'azione di Annibale sia stata deliberata, ci sono quelli che hanno chiamato questo racconto di [[fantasia]], e sostengono che le azioni descritte rappresentino prima la curvatura naturale che si verifica quando un ampio fronte di fanteria marcia in avanti e poi (quando il senso della mezzaluna si invertì) la ritirata del centro cartaginese causata dall'azione scioccante di incontrare il centro della linea romana dove le forze erano grandemente concentrate.<ref name="healy" />
 
Dopo la breve fase iniziale degli scontri tra i reparti di [[fanteria leggera]], le legioni romane, guidate dai [[consolari]] [[Marco Minucio Rufo]] e [[Gneo Servilio Gemino]] diedero inizio al loro massiccio attacco frontale da cui i consoli si attendevano risultati decisivi; in formazione serrata, protetti dai lunghi [[scudo (esercito romano)|scudi]] affiancati, con i [[gladio|gladi]] pronti sulla mano destra, i legionari si avvicinarono metodicamente alla mezzaluna formata dalla fanteria ibero-gallica urtando inizialmente sola la punta dello schieramento avversario. Con i [[manipolo|manipoli]] schierati in file profonde e i legionari più esperti presenti nelle prime linee e nella zone centrali delle legioni, i Romani, oltre 55.000 soldati contro circa 20.000, esercitarono un urto irresistibile contro il sottile fronte nemico.<ref>{{cita|M. Bocchiola - M. Sartori|pp. 153-158|bocchiola}}</ref>
 
{{quote|L'ala sinistra della cavalleria gallica e [[iberici|ispanica]] si azzuffò con l'[[Ala (esercito romano)|ala]] destra romana, non tuttavia in forma di combattimento equestre: bisognava infatti lottare frontalmente poiché non era presenta attorno spazio per evoluzioni; da un lato le serravano le schiere dei fanti e dall'altro il fiume. Si urtarono dunque da entrambe le parti in linea di fronte; forzati a immobilità dalla calca i cavalli, i cavalieri si abbrancavano l'uno per gettar l'altro di sella. La battaglia era ormai divenuta prevalentemente pedestre; tuttavia si combatté più aspramente che a lungo, e i cavalieri romani, respinti, volsero in fuga.|[[Tito Livio]], [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita/liber XXII|''Ab Urbe condita libri'' (testo latino)]], XXII, 47<ref name="De Marco" >{{cita web|url=http://www.battagliadicanne.it/index_file/fonti_letterarie/livio.htm|autore=Giuseppe De Marco|titolo=La battaglia di Canne}}</ref>}}