Lancia Dilambda: differenze tra le versioni
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==Le caratteristiche==
[[Immagine:Lancia Dilambda 2Serie1930.jpg|thumb|right|Lancia Dilambda 2ª Serie del 1931]]
Tra le molte particolarità della Dilambda vanno citate la applicazione di particolari [[cuscinetto (meccanica)|cuscinetti]] (detti “silentbloc”) alle articolazioni, una particolare [[pompa]] di lubrificazione del motore, il [[termostato]] per la regolazione della [[temperatura]] dell'acqua di raffreddamento, la lubrificazione “centralizzata” del telaio. Di serie, la Dilambda viene prodotta in versione [[berlina]] e [[Torpedo (automobile)|torpedo]], ma è in un certo senso l'autotelaio a recitare la parte del leone: non si contano, infatti, le realizzazioni dei maggiori carrozzieri (italiani e stranieri) su base meccanica della Dilambda. Una interessante curiosità: è [[Pininfarina]] – che ancora non ha aperto la sua carrozzeria – a suggerire a Vincenzo Lancia l'adozione, in sintonia con lo [[stemma]] posto sul radiatore, dei singolari ed originali fari a forma di scudo.
Il modello iniziale - costruito con telaio da [[centimetro|cm]] 347,5 – viene definito “tipo 227” e viene prodotto, in due serie, dal [[1929]] al [[1931]], in 986 pezzi (879 della prima serie e 107 della seconda serie) mentre del “tipo 229” a passo corto, che viene ad affiancarsi alla “227” nel ’31, se ne costruiscono 418 (225 prima serie e 193 seconda serie). Poi, nel [[1933]] viene lanciata l'ultima Dilambda, definita come “tipo 232”, che torna al passo lungo e che viene prodotta sino al [[1935]] in 281 unità.
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