Lodo Rete 4: differenze tra le versioni

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Nel luglio 1999 si svolse la gara, per partecipare alla quale si richiedevano requisiti importanti. Sembrò quindi che nessuno potesse essere in grado di vedersi concesse le frequenze, invece l'imprenditore [[Francesco di Stefano]] riuscì a vincere una concessione per [[Europa 7]], la quale tuttavia non è tuttora riuscita ad ottenerne l'assegnazione effettiva, mentre Retequattro avrebbe dovuto cessare le trasmissioni analogiche, per continuare a trasmettere solo via satellite o via cavo.
Di Stefano per far valere i propri diritti ricorse ad ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, alla [[Commissione Europea]] e alla [[Corte di Giustizia Europea]], vincendo tutti i ricorsi, tutti gli appelli e vedendosi confutare tutte le perizie. La Corte Costituzionale nel novembre 2002 stabilì<ref>[http://www.cortecostituzionale.it/ita/attivitacorte/pronunceemassime/pronunce/schedaDec.asp?Comando=RIC&bVar=true&TrmD=&TrmDF=&TrmDD=&TrmM=&iPagEl=1&iPag=1 sentenza della Corte Costituzionale Italiana 466/2002] ''Link al sito ufficiale della Corte''</ref> inequivocabilmente che Retequattro, dal [[1º gennaio]] [[2004]] sarebbe dovuta emigrare sul satellite o sul cavo. Ma tutto questo è ancora al di là da venire e al momento lo stesso Di Stefano si trova impegnato in una causa contro il sistema televisivo italiano presso il tribunale europeo, la cui sentenza, inizialmente prevista per maggio 2007, ha subito svariati rinvii.
 
==La legge Gasparri==
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{{quote|''L’art. 49 CE e, a decorrere dal momento della loro applicabilità, l’art. 9, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «quadro»), gli artt. 5, nn. 1 e 2, secondo comma, e 7, n. 3, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «autorizzazioni»), nonché l’art. 4 della direttiva della Commissione 16 settembre 2002, 2002/77/CE, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, devono essere interpretati nel senso che essi ostano, in materia di trasmissione televisiva, ad una normativa nazionale la cui applicazione conduca a che un operatore titolare di una concessione si trovi nell’impossibilità di trasmettere in mancanza di frequenze di trasmissione assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.''}}
 
Il [[31 maggio]] [[2008]] il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Europa 7 contro il [[Ministero delle Comunicazioni]] e [[R.T.I.]] (Mediaset) in cui si chiedeva la sospensione dell'autorizzazione a trasmettere per Rete 4, poiché «tardivo»; tuttavia, tale decisione '''non''' legittima la posizione del terzo canale Mediaset, che è ancora pendente vista la mancanza di concessione. Inoltre, è stato dichiarato inammissibile il ricorso di Europa 7 che chiedeva l'assegnazione delle frequenze, in quanto il Consiglio di Stato non può sostituirsi all'esecutivo. In questo senso, la Suprema magistratura amministrativa ha respinto anche un ricorso di Mediaset che chiedeva l'annullamento della sentenza del TAR del Lazio del 2004, chiedendo quindi al [[Ministero dello Sviluppo Economico]] di pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di frequenze di Europa 7, richiedendo, in particolare, una nuova «risposta motivata» dal Governo, formulata in base alla sentenza della [[Corte di Giustizia della Comunità Europea]] del 31 gennaio. <ref name=sentenza3105>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/06/Motivazioni-Europa-7.shtml?uuid=ce80b8a4-318e-11dd-9186-00000e251029&type=Libero La mancata assegnazione di frequenze per Europa 7 vale 3,5 miliardi], il Sole 24 Ore, 3 giugno 2008</ref>.
 
Il [[16 dicembre]] [[2008]] il Collegio si riserverà di decidere in via definitiva sul ricorso con cui Europa 7 chiede il risarcimento del danno. La richiesta economica dell'emittente è pari a 2,169 miliardi se le frequenze saranno attribuite o 3,5 miliardi nel caso opposto. Entro tale data<ref name=sentenza3105 />:
*Europa 7 dovrà:
**descrivere la propria attività dal 1999 a oggi;
**chiarire perché non ha partecipato alla gara indetta nel 2007 per l'assegnazione delle frequenze;
*il ministero dovrà:
**dare una risposta alla sentenza del 31 maggio;
**dichiarare quali frequenze sono state rese disponibili dopo la gara del 1999 e come sono state assegnate;
**chiarire la situazione di Europa 7, la cui concessione mai goduta, secondo l'esecutivo, è scaduta nel 2005 (su questo aspetto, è in atto un contenzioso legale in primo grado);
*l'Autorità garante per le comunicazioni dovrà spiegare perché il piano frequenze non è stato adottato, come previsto dalla concessione vinta da Europa 7.
 
Il [[27 giugno]] 2008, l'Unione Europea pone nuovamente alcune domande sull'assetto tv in Italia, alcune di queste riguardano Retequattro.
 
Il [[16 dicembre]] [[2008]] la VI sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giovanni Ruoppolo, si riunisce per ascoltare le parti. La richiesta economica dell'emittente è pari a 2,169 miliardi , se le frequenze saranno attribuite, ovvero 3,5 miliardi nel caso opposto. Il [[21 gennaio]] [[2009]], con decisione n. 242<ref>[http://www.archive.org/download/SentenzaConsiglio24209/Decisione_del_20_gennaio_2009_r242.pdf Consiglio di Stato n.242/20 gennaio 2009]</ref>, (riprendendo la questione già parzialmente decisa con la sentenza non definitiva del Consiglio n. 2622/08 del 31 maggio 2008), i giudici stabiliscono che Europa 7 otterrà dallo Stato un risarcimento di poco più di 1 milione di euro (meno di un millesimo di quanto richiesto) <ref>[http://www.articolo21.info/378/rubrica/43-il-social-fard-di-europa-7.html Il social fard di Europa 7], articolo di "Articolo 21"</ref><ref>[http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2148792.html Spiegazione della sentenza, anche con riferimento a quelle del 2008 - Travaglio,gennaio 2009]</ref>.
Le norme attuali prevedono che Europa 7 attivi gli impianti entro il periodo compreso tra il 1 luglio 2009 e il 30 giugno 2011. In un'intervista a Radio 24 Di Stefano dichiara che non partirà il 1 luglio 2009 poiché convinto che la sua emittente possa fallire in 6 mesi a causa della scarsa copertura.
 
L'[[8 aprile]] [[2010]] è stata risolta definitivamente la disputa: per integrare la copertura del canale 8 in banda VHF, il Ministero ha deciso di assegnare dei canali ulteriori, mettendo dunque fine al contenzioso decennale e al ricorso al TAR.
A fine novembre 2009 il Ministero dello Sviluppo Economico tenta di trovare un accordo coi rappresentanti legali di Europa 7 per risolvere il problema delle frequenze.
 
Nell'intesa è stato inserito un vincolo per l'emittente affinché non venda le frequenze aggiuntive fino al termine ultimo dello switch-off.<ref>[http://www.millecanali.it/raggiunto-laccordo-per-europa-7/0,1254,57_ART_6313,00.html Raggiunto l’accordo per Europa 7<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Al tal proposito, in data 11 febbraio 2009 il TAR discuterà la richiesta della rete di annullare la delibera che le concede l'uso del canale VHF.
 
==Note==