Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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Nel [[1873]] si recò per la prima volta a [[Roma]] e pubblicò ''A proposito di alcuni giudizi su A. Manzoni'' e ''Del rinnovamento letterario d'Italia''. Nel [[1874]], fece pubblicare la prima edizione a stampa dell'opera di [[Leone Cobelli]], storico del XV secolo, le "Cronache Forlivesi", di cui aveva curato l'edizione insieme ad [[Enrico Frati]].
 
Il [[1877]] privò Carducci di due cari amici; in maggio morì il suocero Francesco Menicucci, mentre in giugno, nel corso di una visita a Seravezza con Chiarini, salutò con profonda commozione [[Francesco Donati]], malato e conscio di non aver più molto da vivere. Non sopravvisse un mese a quello straziante incontro, spegnendosi il [[5 luglio]].
[[File:Queen Margharitha di Savoia.jpg|thumb|right|150px|Margherita di Savoia]]
Nel novembre [[1878]] Bologna era in subbuglio. Il [[4 novembre]] arrivarono in visita i reali d'Italia [[Umberto I]] e [[Margherita di Savoia]], accolti da una folla festante nella stessa città che dieci anni prima aveva riservato loro un ostile trattamento. Carducci, in mezzo alla calca, vide nella giornata uggiosa passare Margherita «come una imagine romantica in mezzo una descrizione verista», bionda e bella.<ref>«Eterno feminino regale», in ''Prose di Giosue Carducci'', Zanichelli, cit., pp.870-872</ref> La regina era un'ammiratrice dei suoi versi, in particolare delle ''Odi barbare''. Il ministro [[Giuseppe Zanardelli]] soleva ripetere a Carducci che Margherita l'aveva accolto declamando l'ode ''Alla Vittoria'' a memoria, e aveva proposto di insignire il vate con la croce al merito di Savoia, che il poeta rifiutò.