Arjun Appadurai: differenze tra le versioni
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Nato in [[India]], ma formato negli [[Stati Uniti]], è considerato uno dei massimi esponenti degli [[Studi postcoloniali]]. I suoi lavori, incentrati prevalentemente sulle riconfigurazioni culturali tipiche della modernità causate dai processi di [[globalizzazione]] e dall'avvento dei [[nuovi media]], sono per certi versi assimilabili alla corrente detta "[[Cultural studies]]".
Egli parla della indigenizzazione un processo per cui un oggetto o un comportamento proveniente dall'esterno viene tradotto nella cultura indigena e quindi viene introdotto nella situazione locale.
Le sue riflessioni partono da studi di casi particolari, ad esempio [[ricerca etnografica|ricerche etnografiche]] in villaggi [[Tamil (popolo)|Tamil]] del nell'[[India]] meridionale postocoloniale o studi sugli [[ingegneria informatica|ingegneri informatici]] di origine indiana della [[Silicon Valley]], per giungere a considerazioni sui concetti di ''modernità'' e ''globalizzazione''. La propria provenienza dalla moderna borghesia indiana e la migrazione come studente e poi come professore negli Stati Uniti sono altre esperienze utilizzate come spunto di riflessione.
Appadurai definisce ''modernità diffusa'' la condizione che si è venuta a creare con l'irruzione delle tecnologie di [[comunicazione di massa]] nelle varie realtà socioculturali e con l'esplosione dei fenomeni migratori. Centrale è il ruolo dell'''immaginazione'' individuale o collettiva come strumento adottato dagli individui agenti per adattarsi al campo di possibilità di scelta a loro disposizione. Cinque sono i "panorami" nel flusso dell'economia culturale globale attraverso i quali gli individui immaginano e costruiscono la propria [[identità]]:
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