Barcola: differenze tra le versioni
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A Barcola, in piena zona balneare, si trovano due discariche a mare celate da terrapieni. Il primo è la rinomata "Pineta di Barcola", costruita dagli Alleati negli anni '50 e usata poi per interrare rifiuti, la seconda un terrapieno di 120.000 metri quadrati per un volume di oltre 600.000 metri cubi di materiale in cui sono stati sversati tra l'altro idrocarburi, metalli pesanti, fanghi industriali e ceneri cariche di diossina del vecchio inceneritore di Trieste.<ref>[http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=125:terrapieno-di-barcola-una-bomba-ecologica-nel-golfo-di-trieste&catid=1:campagna-coste&Itemid=50 Greenaction Transnational]</ref>
Questo sistema di "smaltire" i rifiuti è tipico della Provincia di Trieste: un'altra simile discarica a mare è stata realizzata nel 2000 nel [[Muggia|Comune di Muggia]] (così detto Terrapieno Acquario, destinato ad attività balneare ma ora chiuso al pubblico), così come l'intera zona industriale fra la valle delle Noghere e la valle di Zaule è stata costruita ed edificata sopra interramenti di rifiuti urbani e pericolosi.<ref>[http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=136:d-come-discariche&catid=36:campagna-inquinamento&Itemid=41 Greenaction Transnational]</ref>
[[File:Terrapieno barcola.jpg|thumb|right|270px|Il terrapieno discarica di Barcola, fortemente inquinato (specie da diossina), che contamina anche il mare antistante]]
Il terrapieno inquina inoltre il mare antistante; fra le tesi della Procura della Repubblica che ha indagato sulla discarica principale di Barcola, si legge infatti: ''"Poichè tale materiale contaminato è stato discaricato senza che sia stata adottata alcuna opera di impermeabilizzazione nè alcuna barriera che impedisse il suo contatto con l'ambiente ed in particolare con le acque marine antistanti e sottostante, esso nel tempo è stato e sarà lisciviato dalle acque marine meteoriche, dalle altre acque di percolazione e dal moto ondoso e trasferito in mare. Che tale lisciviazione sia possibile è stato evidenziato anche dai risultati ottenuti procedendo alla lisciviazione del materiale campionato, al fine di verificare la sussistenza di tale fenomeno di cessione di inquinanti da parte del materiale discaricato, destinati a raggiungere progressivamente il mare antistante. Che le scorie dell'inceneritore fossero tali da cedere gli inquinanti in esse contenuti era comunque noto anche all'epoca dell'abbancamento nell'area di Barcola come dimostrato dall'indagine svolta nel 1981 dal Laboratorio di Igiene e Profilassi di Trieste"''.<ref>[http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=125:terrapieno-di-barcola-una-bomba-ecologica-nel-golfo-di-trieste&catid=1:campagna-coste&Itemid=50 Greenaction Transnational]</ref>
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