Giosuè Carducci: differenze tra le versioni
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Carducci non rinnegò la propria fede repubblicana, e in verità egli non ebbe mai una fede politica che si traducesse in ideologie di partito: la nota sempre costante del suo credo fu l'amore per la patria. Con il lungo articolo ''Eterno feminino regale'', dato alle stampe dalla [[Cronaca bizantina]] il [[1° gennaio]] [[1882]], cercò di chiarire questi concetti.
Negli anni che seguirono seguitò a comporre odi barbare e, quando [[Ferdinando Martini]] fondò a [[Roma]] nel [[1879]] il ''[[Fanfulla della domenica]]'', settimanale che per due anni e mezzo offrì ai lettori il meglio del panorama letterario italiano, grazie alla guida intelligente del fondatore. Il sodalizio col giornale fu particolaremente stretto, tanto che le barbare ''Alla Certosa di Bologna'', ''Pe'l Chiarone'', ''La madre'', ''Sogno d'estate'', ''Una sera di san Pietro'' e ''All'aurora'' videro la luce sul giornale del Martini, assieme ad altre sei poesie. Sul ''Fanfulla'' trovarono spazio alcune prose e la famosa polemica [[Tibullo|tibulliana]] con [[Rocco de Zerbi]].<ref>G.Chiarini, pp.220-221</ref>
Negli anni che seguirono collaborò con il [[giornale]] ''[[Fanfulla della domenica]]'', di impronta filo-governativa (1878), pubblicò le ''Nuove Odi Barbare'' e i ''Giambi ed epodi'', collaborò alla Cronaca bizantina e lesse il famoso discorso ''Per la morte di Garibaldi'' (1882). Sulla Cronaca bizantina uscirono nel [[1883]] i [[Sonetto|sonetti]] del ''Ça ira'' e nel [[1887]] pubblicò ''Rime nuove''. Il corso che tenne all'Università nel [[1888]] sul [[poema]] ''[[Il giorno (Parini)|Il giorno]]'' di [[Giuseppe Parini|Parini]] produsse l'importante saggio ''Storia del "Giorno" di G. Parini''. Nel [[1889]], dopo la pubblicazione della terza edizione delle ''Odi Barbare'', il poeta iniziò ad assemblare l'edizione delle sue ''Opere'' in venti volumi, lavoro che si concluse nel [[1899]].▼
▲Negli anni
=== La nomina a senatore ===
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