Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù: differenze tra le versioni

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==Storia==
Il rifugio fu costruito nel [[1903]] dalla sezione di [[Bamberga]] del Club Alpino Tedesco-Austriaco ([[Deutscher und Österreichischer Alpenverein|DuÖAV]]), col nome di ''Bamberger Hütte''. Successivamente vi furono apportati dei lavori di ristrutturazione nel [[1924]]. Nel [[1942]] il rifugio fu acquistato dalla sezione del [[Club Alpino Italiano|CAI]] di [[Bologna]], che lo intitolò al conte [[Franco Cavazza]], socio del CAI di Bologna morto in battaglia durante la disastrosa [[Campagna italiana di Grecia]] nel [[1941]] durante la seconda guerra mondiale. Nel [[1985]] furono attuati altri lavori di ampliamento.
 
==Accessi==
*Dal [[passo Gardena]], 2.121  m, attraverso il sentiero 666 che risale la val Setùs, in 1,5 ore si arriva al rifugio
*Dal [[passo Gardena]], 2.121  m, attraverso la [[ferrata Tridentina]], in 3 ore si arriva al rifugio
*Da [[Colfosco]], 1.640  m, attraverso il sentiero 651 che risale la val Mezdì, si arriva al rifugio in 3 ore
 
==Traversate principali==
*Dal rifugio, percorrendo il sentiero 666/649/647, attraverso la Val di Tita, si raggiunge il [[rifugio Boè]] (2.871  m) in 2 ore, prima attraverso il sentiero sentiero n. 666 e poi il n. 672.
*Procedendo a sudovest sulla larga cengia di detriti dolomitici verso la Valle dei Camosci si giunge al lago [[Lech dl Dragon]].
 
==Ascensioni==
*Alla [[cima Pisciadù]] (2.985  m) in 1 ora
*Al Sass de Mezdì (2.980  m) in 1 ora
*Al Sass de Lec (2.936  m) in 1,5 ore
*Al castello dei Camosci (2.929  m) in 2 ore
 
==Voci correlate==
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Rifugi della provincia di Bolzano|Cavazza al Pisciadù]]